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BOUND FOR GLORY – One Night With Bound For Glory

di Paolo Baiotti

16 maggio 2019

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BOUND FOR GLORY
ONE NIGHT WITH BOUND FOR GLORY
Autoprodotto 2019

Bound For Glory è un progetto e una band che nasce dall’unione di musicisti prevalentemente emiliano-romagnoli, guidato dalle voci dei riminesi Lorenzo Semprini (Miami & The Groovers) e Marcello Dolci (Nashville & Backbones) e del milanese Daniele Tenca (titolare di cinque pregevoli dischi solisti). Si definiscono giustamente “una band di 11 elementi che ripropone il sound delle Seeger Sessions di Bruce Springsteen con altre incursioni in chiave folk”. Da sempre appassionati del Boss, in effetti basano il loro repertorio sul disco e sui concerti delle Seeger Sessions, aggiungendo altri elementi della tradizione folk/roots americana. Si potrebbe dire che in questo non c’è nulla di originale, che sono una specie di cover band…ma sarebbe riduttivo, perché la bravura, l’entusiasmo e la capacità che dimostrano negli arrangiamenti li pone ben al di sopra di qualsivoglia cover band. Il cd appena uscito, reperibile tramite la pagina facebook https://www.facebook.com/seegerband o la mail bigliettissb@gmail.com è stato registrato dal vivo al Teatro Comunale di Cesenatico il 2 febbraio di quest’anno ed è la prova di quanto ho appena affermato. Per valutare il livello del progetto basta il primo brano, il tradizionale Hard Times Come Again No More, aperto a cappella dalla voce di Tenca con i backing vocals, in cui si inseriscono gradatamente chitarra acustica, sezione ritmica, il piano di Michele Tani, la fisarmonica di Fabrizio Flisi, il violino di Elisa Semprini e il sax di Massimo Semprini. La vivace e trascinante Old Dan Tucker e lo scatenato western-folk di Jesse James (con Lorenzo voce solista) alzano il ritmo con un finale strumentale degno del carnevale di New Orleans, mentre Eyes On The Prize con le voci soliste che si alternano ha un pregevole arrangiamento cadenzato tra gospel, soul e rhythm and blues. Citare tutti i brani sembra quasi superfluo…non ci sono punti deboli. Mi limito alle versioni di tre tracce di Springsteen: un’intensa The Ghost Of Tom Joad con le voci di Tenca e Dolci che si alternano, la pedal steel di Eugenio Poppi e il violino protagonisti nelle parti soliste e i fiati nel finale, Long Time Comin’ con Lorenzo in primo piano e la sofferta My City Of Ruins ammantata dai fiati e dai cori. E poi ancora Erie Canal con ospite Riccardo Maffoni, il trascinante irish folk di American Land e le due ultime tracce, una scanzonata This Train Is Bound For Glory con spazio per i tre cantanti e per ogni strumentista e I’ll Fly Away, gospel tradizionale che chiude il disco con sobrietà. Spettacolo da vedere assolutamente se passa dalle vostre parti; diversamente il cd, inciso con la giusta attenzione, può essere un ottimo rimpiazzo.