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BOTTEGA BALTAZAR – Sulla Testa dell’Elefante

di Ronald Stancanelli

4 luglio 2016

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BOTTEGA BALTAZAR
SULLA TESTA DELL’ELEFANTE
Azzurra Music 2016

La Piccola Bottega Baltazar che avemmo il piacere di vedere alcuni anni fa a Sanremo al Premio Tenco ci recapita gentilmente il suo ultimo nuovo lavoro che dovrebbe essere il nono della discografia avendo i ragazzi veneti già dato alle presse viniliche eccellenti lavori come Canzoni in forma di fiore (2004), Il disco dei miracoli (2007), nominato tra i migliori lavori di dischi indipendenti dal Premio della Musica Indipendente, Ladro di rose (2010), Radici (2011) oltre a un omaggio a Fabrizio De Andrè uscito sia nel 2002 come Poco tempo, troppa fame, che nel 2005 come Fabrizio De Andrè Cover 100% . Inoltre da ricordare l’atipico L’allegoria delle statue (2005) e due colonne sonore, Mare chiuso (2012) e La prima neve (2015). Attualmente il gruppo che è sempre quello originale è formato da Roberto Gobbo, chitarre e voce, Sergio Marchesini, fisarmonica e pianoforte, Antonio De Zanche, contrabbasso, Graziano Colella, batteria e percussioni, Riccardo Marogna ai fiati e all’organo; anche se non siamo riusciti a scoprire come mai il cd abbia la dicitura Bottega Baltazar e Piccola sia restato nel dimenticatoio. In questo nuovo lavoro si avvalgono dell’aiuto di Valentina Cacco al violoncello, di Laura Gentilin, voce, di Gianluca Segato alla lap steel guitar e di altri quattro eccellenti compagni di viaggio.
Gruppo attivo sin dal 2000, ha vinto vari premi nazionali ed ha suonato in tantissimi festival sia europei che extraeuropei. Ha nel suo dna una miscela musicale interessante e variegata che mescola senza remore ne paure musica folk, classica, da banda, etnica, jazz, popolare e lo fa con gran perizia e profonda serietà regalando al suo pubblico oltre al materiale sonoro inciso sui dischetti, eccellenti prove dal vivo, sicuramente un loro spettacolo merita almeno una volta d’essere visto, oltre a comporre musiche per spettacoli teatrali, documentari e film.
Dieci i brani che vanno a comporre questa interessante loro nuova proposta, nel quale sia il secondo, l’affascinante Sora del Mont,che quello, splendido, che chiude l’album, Foresto casa mia sono cantate in dialetto da Gobbo che si avvale in quest’ultimo di uno straordinario minimale supporto al piano da parte di Marchesini.
Tutti i brani sono a firma Gobbo-Marchesini o in duo o in solitaria e solo in uno vi è l’apporto di Carlo Carcano. Album presumibilmente dedicato alla propria terra, quel Veneto che ha nelle Dolomiti il suo punto più alto, puro e suggestivo. Il monte Elefante è piazzato proprio da quelle parti e Annibale si ricorda che a causa degli elefanti visse la sua famosa fallimentare spedizione verso il nostro paese. Disco di impronta invernale nel quale ci preme ricordare altri due splendidi momenti, la memoria storica di Osteria all’Antico Termine e la sconsolata ma suggestiva Bussarti alla finestra con la neve. Prodotto da loro assieme a Carlo Carcano si avvale di una suggestiva copertina rivolta al passato delle loro genti e, con uno sguardo benevolo al futuro che li/ci aspetta.