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BONEFISH – Where Do We Belong

di Paolo Baiotti

1 marzo 2024

Bonefish_CD

BONEFISH
WHERE DO WE BELONG
FMB 2023

I Bonefish sono un quartetto svedese formato da musicisti esperti che si sono uniti nel 2010, pubblicando tre anni dopo l’omonimo l’album d’esordio. La formazione originale comprendeva Bie Karlsson (voce e chitarra), Lasse Nilsen (chitarra), Rasmus Rasmusson (batteria) e Anders Nylle Thoor (voce e basso). La presenza di quattro voci di buon livello ha garantito da subito delle armonie puntuali e una varietà di tonalità vocali che si sono sposate con una musica influenzata da rock-blues e Americana. Alla fine del 2015 Nilsen ha lasciato la band sostituito da Matte Norberg, chitarrista votato ad un solismo più energico, con il quale è stato scritto e inciso il secondo album Atoms, registrato negli Rockfield Studios in Galles con la produzione di Max Lorents. Apprezzato dalla critica locale e trasmesso parecchio dalla radio nazionale tedesca, il disco ha consentito un lungo tour in nord Europa tra Germania, Olanda, Belgio e Svezia. La pandemia ha bloccato l’attività nel 2020 quando era in preparazione Where Do We Belong, che è stato rimandato fino al 2023, nuovamente prodotto da Lorentz che suona anche le tastiere.
Abbiamo di fronte 11 canzoni rock con melodie pop e un tocco di Americana con dei riff e dei cori che restano in testa, scritti in prevalenza da Karlsson o Rasmusson. Se l’opener New Orleans ha un riff di impronta rock-blues, Modern Day Attraction ricorda nell’attacco i primi U2 e profuma di anni ottanta, Always Right ha una cadenza più lenta e intima con incisivi interventi della solista di Norberg e Dance On The Ceiling mischia rock e pop con una ritmica dance. Nel rock ipnotico di Sad la voce solista è di Nylle Thoor, mentre la soffusa e avvolgente Friend Of Mine è scritta e cantata dal batterista Rasmusson. Meritano una citazione anche la riflessiva Home e la melodica Just Like A Warrior posta in chiusura.

Paolo Baiotti

BONEFISH – Atoms

di Paolo Crazy Carnevale

15 gennaio 2018

bonefish atoms[612]

BONEFISH – Atoms (NCB/Hemifran 2017)

Contrariamente a quanto potrebbe far pensare il logo con la lisca (proprio come Jacovitti) il nome di questa formazione scandinava si riconduce ad un pesce in particolare, il tarpone: il quartetto ittico che con questo Atoms è giunto alla sua seconda produzione, fa capo al cantautore Bie Karlsson che vanta un passato anche in un’altra formazione svedese, i Docenterna.

Arabo, praticamente. O svedese, che è più o meno la stessa cosa visto che si tratta di nomi mai sentiti alle nostre latitudini.
I Bonefish dal canto loro probabilmente rimarranno nello stesso limbo, complice anche il fatto che dall’ascolto di questo disco l’unica cosa certa è che ci sia della grande indecisione sulle direzioni musicali da intraprendere.

E non è il solo problema.

I Bonefish nella biografia che hanno pubblicato sul loro sito spacciano questo lavoro per “americana” (un termine che non mi garba troppo come ben sapete), ma qui di “americana” c’è solo il look dei quattro, non più giovanissimi, pesci.

Non che il disco sia brutto, ma manca di sapore e direzione; in definitiva si tratta di pop di maniera, molto studiato a tavolino, con una ritmica moderna, un cantato molto british (altro che “americana”!) in odor di anni ottanta, con qualche reminiscenza dei Waterboys prima maniera (nella traccia con cui il disco si apre, Atoms). In Old Town Fishermen Blues la chitarra echeggia sonorità knopfleriane, Potential Loss Of Faith ha un riff che mi ricorda dannatamente qualcosa ma non so cosa… eppure è lì sulla punta delle dita che scorrono sulla tastiera, per non dire sulla punta della lingua. E il refrain ricorda qualcos’altro, in questo caso so cosa, Let The Sun SHine In, quella del musical Hair: peccato, perché la struttura del brano e i suoni di chitarra e organo sarebbero anche interessanti. Kissin’ In The Rain sembra Santana, ma al posto delle percussioni c’è una batteria che pare fin finta e il cantato rende il tutto piuttosto Talking Heads. Sister poi mi lascia perplesso con tutti gli echi che il produttore ha messo nelle voci. Il resto del disco scorre in maniera indolore.