Posts Tagged ‘Banditos’

BANDITOS – Banditos

di Paolo Crazy Carnevale

24 settembre 2015

banditos1

BANDITOS
Banditos
(Bloodshot 2015)

Sono sudisti purosangue, originari dell’Alabama ma di stanza a Nashville: eppure questi Banditos, accasati presso la label chicagoana Bloodshot, in copertina, novelli Outlaws – come il nome lascia ampiamente supporre – , si fanno ritrarre con sullo sfondo la bandiera a stelle e strisce dell’unione. Forse un’apprezzabile dichiarazione d’intenti in un momento in cui a Charleston si ammaina una volta per tutte la bandiera confederata.

Questo loro disco di debutto è subito una bella sorpresa, confezionato per bene e con tante frecce all’arco da confondere quasi le idee, potremmo richiamare in causa il concetto di country punk, o cowpunk che dir si voglia, ma nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è scorsa davvero parecchia, gli anni in cui i Lone Justice facevano capolino col loro brillante esordio sono lontani e poi rispetto al gruppo di Maria McKee, questi Banditos sembrano avere molti meno santi in paradiso. La formula è un po’ quella, ma ci sono riferimenti anche al sound più desertico dei primi Green On Red, con cui i Banditos sembrano condividere le passioni etiliche (il lato B del vinile si apre con Still Sober After All These Beers, brano dal titolo decisamente geniale).

I Banditos sono un sestetto grintoso con tre cantanti solisti – su tutti Mary Beth Richardson, con una voce tagliente ed al tempo stesso così venata di nero da richiamare il feeling di Janis Joplin, cosa che ha spinto la Bloodshot a spingerli come una sorta di epigoni degli Alabama Shakes – e una strumentazione che punta sulla miscela di suoni tosti creati da sezione ritmica e chitarre e richiami alla tradizione con un bell’uso del banjo e del kazoo. Potrebbe essere southern rock del terzo millennio, ma preferisco lasciar perdere le definizioni e consigliarvi l’ascolto del disco.

Uno dei brani trainanti del disco è l’iniziale The Breeze, che come altri brani qui inclusi ha su youtube una bella versione video; buona anche la successiva Waitin’, ma il disco entra nel vivo con Golden Grease, oltre cinque minuti di bella musica con apprezzabili spunti della solista di Jeffrey David Salter e le voci di Timothy Steven Corey Parsons e Stephen Alan Pierce II a sostenere tutto. Ad arricchire il tutto ci sono poi le tastiere di Mitch Jones (ospite in studio) che è presente anche nella successiva No Good, slow blues dominato dalla voce della Richardson, e in Ain’t It Hard che chiude il lato A del disco con sferzate di Farfisa su un brano d’ispirazione meno punk.

Il lato B si pare con la già citata Still Sober After All These Beers, non memorabile ma dotata di una bella introduzione struemntale quasi d’atmosfera surf. Molto meglio Long Gone Anyway (altro brano disponibile su youtube), con un implicazioni di carattere jug band impresse dal kazoo della Richardson che fa anche da voce d’appoggio a Parsons mentre Pierce si occupa del banjo.

E ancor meglio è Old Ways, nulla a che vedere con Neil Young, bensì una soul ballad di grande effetto, con la Richardson che tocca davvero le corde più recondite dell’anima e begli intrecci delle chitarre col banjo che si fa sentire in sottofondo, mentre le tastiere non sono accreditate a nessuno, pur essendoci.

Can’t Get Away è un bel rock tenuto su molto bene dalla combinazione delle voci e dai giri di chitarra creati da Salter, con Cry baby Cry ci troviamo di fronte ad un’altra composizione energica quasi un boogie, con tanto di pianoforte (Micah Hulscher) mentre per il finale i Banditos sfoggiano la lunga Preachin To The Choir, una composizione che gronda sudore e deserto, con la voce di Parsons in primo piano e la Richardson che gli fa eco: a riempire il sound generale c’è poi la pedal steel di Dan Fernandez che dialoga con l’elettrica ed il banjo creando un tappeto ricco di spunti che sfocia in un finale dilatato.

All’interno della confezione vinilica c’è una download card che permette di scaricare il disco in formato digitale, con l’aggiunta di una bonus track (presente però sul CD) molto country e per nulla punk, Blue Mosey#2, che ci permette di conoscere un ulteriore aspetto della musica dei Banditos: piacevolissima!