JIM STANARD – Magical
JIM STANARD
MAGICAL
Manatee Records 2025
Jim Stanard ha una storia particolare: ha iniziato a suonare negli anni Sessanta, proseguendo nei primi anni Settanta da solo nelle caffetterie dei college, senza incidere nulla. Poi ha smesso di esibirsi pur mantenendo la passione per la musica, limitandosi all’ascolto mentre, d’altra parte, si impegnava in una carriera di successo nel mondo della finanza. Solo nel 2018 ha inciso il suo esordio da solista Bucket List, aiutato e spronato da Kip Winger, ex bassista di Alice Cooper e dei Winger, ora solista e produttore, supportato anche da Peter Yarrow, nome di notevole prestigio in ambito folk essendo uno dei fondatori del trio Peter, Paul & Mary. Quindi si è creato una seconda vita che è proseguita con Color Outside The Line del 2020 e con l’Ep digitale The Soultrain Sessions con cinque covers. Dopo una pausa coincidente con la pandemia è il momento di Magical, in cui si avvale nuovamente della collaborazione di Kip Winger alla produzione e al basso, della chitarra dell’esperto Jon Skibic (The Afghan Whigs), della batteria di Aaron Sterling, del violino, dobro e mandolino di Wanda Vick. Il disco comprende dieci tracce autografe che si muovono in ambito cantautorale con influenze rock e country. Gli arrangiamenti sono puliti come la voce di Jim che però, rispetto al passato, in un paio di brani sporca un pochino il suono dando un pizzico di mordente che mancava.
A proposito della sua tardiva carriera Jim ha dichiarato: “nel mondo degli affari ho imparato il valore di avere i giusti insegnanti, i giusti mentori. Così, quando ho iniziato a scrivere canzoni, ho cercato le persone giuste per farmi guidare e ho ascoltato quello che avevano da dire, pur essendo disposto a correre qualche rischio”.
La qualità delle composizioni è discreta, nulla di clamoroso come la voce, solida e rilassata, che si dimostra particolarmente adatta a brani country-folk come The Minotaur, alla ballata Hard To Keep in cui ricorda Johnny Cash, al western swing di You Turned Red arrangiata in modo corale e alla dolente ballata country Kansas, storia di un rapinatore di banche. C’è anche un brano avvolto dagli archi, Waking Up Dead, un esperimento che sembra un po’ fuori contesto. In chiusura spicca la malinconica ballata When The West Was Won in cui Jim descrive la sofferenza delle persone sfollate senza un posto in cui scappare quando l’ovest fu conquistato, affiancando al testo le giuste venature country & western.
Paolo Baiotti
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