THOM CHACON – Lonely Songs For Wounded Souls
THOM CHACON
LONELY SONGS FOR WOUNDED SOULS
New Shot Records 2024
Cantautore di Durango, Colorado, nella grande tradizione americana di Bob Dylan, Townes Van Zandt e Bruce Springsteen, Thom è un artista di frontiera. Non è il primo e non sarà l’ultimo a cantarla; di sicuro è influenzato dai drammi di confine tra Stati Uniti e Messico e dal problema dell’immigrazione che lo riguarda da vicino, avendo un padre messicano cugino di un famoso pugile e una madre libanese. Qualche anno fa, quando era sconosciuto al di fuori di una ristretta cerchia di appassionati locali, Paolo Carù e il Buscadero lo hanno promosso in Italia come ricorda con affetto Thom nelle note che accompagnano questo disco, inciso dal vivo a Castel Roncolo (BZ) nel 2021 con Tony Garnier (Bob Dylan) al contrabbasso e Paolo Ercoli al dobro e pedal steel e pubblicato dalla nostrana New Shot Records. Chacon ha esordito nel 2003, ma il suo nome ha iniziato a circolare nel 2012 con l’album omonimo per la Pie Records, ottenendo maggiori attenzioni con Blood In The Usa pubblicato anche in Italia dalla Appaloosa nel 2018 e con Marigolds And Ghosts del 2021. Da questi tra album sono tratte le “canzoni solitarie per anime ferite” del disco: tracce semplici, essenziali, arrangiate in modo minimale senza grandi aggiunte strumentali, come da scelta stilistica dell’autore che vuole focalizzare l’attenzione sulla scrittura e sui testi. Come ha dichiarato Mary Gauthier “la musica di Thom è semplice, ma non scambiate questo per una mancanza di profondità. Scrivere in modo semplice è la cosa più difficile. E sempre la migliore”. La voce rauca ma allo stesso tempo melodica in certi momenti assomiglia a quella di Ryan Bingham, cresciuto tra New Mexico e Texas, accomunato a Chacon dalla barba e dalla partecipazione a film e serie tv.
Tra i brani suonati a Castel Roncolo emergono nella prima parte l’apertura drammatica di Borderland, la mossa Church Of The Great Outdoors che racconta la sensazione di pace che la natura (fiume e boschi) danno all’autore, la riflessiva ballata Sorrow che descrive il suo rapporto con la religione, Grant Country Side in cui viene ricordata la figura del nonno, sceriffo a Culver City in New Mexico nell’800 ai tempi di Billy The Kid e la poetica Something My Heart Can Only Knows. Nella seconda parte spiccano la dylaniana Marigolds And Ghosts, la dolente Empty Pockets sulle sofferenze di un contadino ostaggio di una terra ostile in cui è coinvolto anche il violino di Michele Gazich, la ballata Juarez, Mexico e I Am An Immigrant sulle speranze di un immigrato clandestino messicano che ha lasciato la famiglia nel suo paese, che precede la chiusura della springsteeniana Union Town. Con Chacon alla chitarra acustica e armonica, Paolo Ercoli e Tony Garnier svolgono egregiamente il loro compito fornendo un apporto tanto discreto quanto essenziale alla riuscita del disco. Complimenti alla New Shot Records anche per la qualità del suono e per l’accurata grafica.
Paolo Baiotti
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