SIMON McBRIDE – The Fighter

simon cd 2

SIMON McBRIDE
THE FIGHTER
Edel 2022

Nord irlandese di Belfast, Simon si è fatto le ossa con la musica di Led Zeppelin, Free e Deep Purple. Nel ’95 a sedici anni è entrato nella band di heavy metal Sweet Savage, riformati l’anno prima senza il chitarrista Vivian Campbell (Dio, Def Leppard, Whitesnake). Quattro anni dopo li ha lasciati per seguire il cantante Andrew Strong (The Commitments), passando a una miscela di soul e rhythm and blues che gli ha consentito di completare le sue conoscenze e competenze. Terminato questo capitolo ha avviato la carriera solista esordendo con Rich Man Falling (Nugene 2008). In seguito ha aperto per Joe Bonamassa, Derek Trucks e Jeff Beck, pubblicando altri due album in studio per la Nugene e un paio di dischi dal vivo. Nel 2016 ha suonato negli Snakecharmer con ex membri dei Whitesnake, incidendo con loro Second Skin, tornando al percorso solista con questo The Fighter, il primo per la Edel. Nel frattempo però, dopo avere collaborato con Don Airey e accompagnato in tour Ian Gillan è stato chiamato a sostituire nei Deep Purple Steve Morse, impossibilitato ad andare in tour a causa di una grave malattia della moglie. Recentemente è stato annunciato ufficialmente come nuovo chitarrista del gruppo, per cui dovrà dividere gli impegni da solista con quelli della band che quest’anno sarà in giro fino a luglio.
Tornando a The Fighter, che rappresenta una sorta di nuovo inizio con maggiore visibilità, registrato con la sezione ritmica formata dal bassista Dave Marks e dal batterista Jon Finnigan, è sicuramente il suo album più curato nei suoni e negli arrangiamenti, con undici brani scritti dal cantante e chitarrista con alcuni collaboratori e una cover degli amati Free. Simon suona un rock-blues solido e robusto non privo di raffinatezza che si adatta alla sua voce potente e ben modulata, in questa occasione più ispirato dal rock di gruppi storici come i Bad Company.
Il riff incisivo di Don’t Dare e la bluesata Show Me How To Love danno un’impronta chiara al disco, ponendo l’accento sulla solidità della scrittura piuttosto che sui virtuosismi della chitarra solista, presente con equilibrio senza essere preponderante. Il funky-rock di Kingdoms e il rock di The Fighter confermano le impressioni positive di un album che ha un suono poco comune in questo periodo storico. La potente High Stakes richiama il rock-blues ruvido di Kenny Wayne Shepherd o l’hard-rock dei Thunder, mentre Let Me Go offre la prima pausa a metà del cammino nel migliore dei modi, impreziosita da un assolo espressivo. Atmosfere da swamp sudista caratterizzano 100 Days, mentre King Of The Hill è un up-tempo blues serrato. Il livello scende con Just Takes Time, uno scontato hard rock da anni settanta, la ballata Trouble e l’up-tempo Back To You, tre brani che non convincono specialmente se paragonati con la cover di The Steeler posta in chiusura.
In conclusione The Fighter evidenzia le doti vocali e strumentali di McBride e tutto sommato soddisfa anche a livello compositivo, con qualche caduta e un eccesso di pulizia del suono.

Paolo Baiotti

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