RUBEN MINUTO – Think Of Paradise
RUBEN MINUTO
THINK OF PARADISE
Autoprodotto 2019
Proseguendo nell’ascolto di dischi di rock italiano di matrice roots/blues degli ultimi mesi, dopo esserci occupati dei giovani Gospel Book Revisited e Chris Horses Band, è il momento di un artista più maturo, il milanese Ruben Minuto. Classe 1970, ha alle spalle due album da solista, I Hate To Sing The Blues del 2004 e This del 2012, oltre a uno in coppia con il bluesman americano Steve Arvey. Inoltre da parecchi anni fa parte dei Mr. Saturday Night Special, tribute band dei Lynyrd Skynyrd molto conosciuta nel nord Italia che ha pubblicato un doppio dal vivo. Ma non è tutto: grande appassionato di bluegrass lo suona con Ruben & Matt, in duo con Matteo Ringressi esegue musica tradizionale, si indirizza all’alternative country nei No Rolling Back e, nel corso degli anni, ha accompagnato parecchi musicisti americani in tour dalle nostre parti. Insomma Ruben è un vero appassionato di musica a stelle e strisce, tanto da essere stato definito il più americano dei musicisti italiani.
Think Of Paradise si può considerare un concentrato delle passioni dell’artista: un disco che miscela con sapienza southern rock, country-rock, influenze bluegrass e old time. Ruben ha una voce chiara e matura che si adatta ad ogni situazione, suona l’elettrica e l’acustica, il basso e il banjo, accompagnato dall’amico Luca Crippa all’elettrica, lap-steel e slide, da Alessio Gavioli alla batteria e da Riccardo Maccabruni (Mandolin’ Brothers) alle tastiere, oltre a un paio di coristi. Il disco comprende 11 tracce, 10 scritte da Minuto che ha curato la produzione con Crippa e Larsen Premoli, ingegnere del suono nonché ospite all’hammond in tre brani.
If You’re Strong apre il cd incrociando Marshall Tucker Band e Blackberry Smoke, seguita dal mid-tempo più morbido e riflessivo Think Of Paradise e dalla robusta Credit To Your Rind in cui si crea uno spazio solista il piano skynyrdiano di Maccabruni accanto ad un’elettrica fiammeggiante. Echi della West Coast attraversano la ballata Bringing Light And Sorrow, mentre Where The Wild River Rolls ricalca la melodia di House Of The Rising Sun, con slide e tastiere al posto giusto. Le influenze old time e country sono evidenti nella divertente I Forgot How To Sip con Chris Mantello alla pedal steel, nella nostalgica The Wind Blew, nella campagnola Changes che richiama gli Outlaws anche nel cantato alla Henry Paul e nell’accattivante Reasons Into Rhymes.
L’ultima traccia Be Alive ci riporta alle radici roots/southern con una bella accelerazione in cui le chitarre si infiammano lasciandosi andare fino all’apparente finale…in realtà dopo una pausa di qualche decina di secondi c’è una ripresa in solitario di I Forgot How To Sip.
Un disco riuscito con numerosi brani che si prestano per essere rielaborati e improvvisati dal vivo.
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