THE ORPHAN BRIGADE – Soundtrack Of A Ghost Story

ORPHAN BRIGADE

The Orphan Brigade : Soundtrack of a Ghost Story nasce in modo particolare quando tre cantautori che rispondono ai nomi di Ben Glover, Neilson Hubbard e Josua Britt decidono contemporaneamente sia di incidere un album che di redigere un film-documento.

Quindi in un edificio del Kentucky, precisamente nell’Octagon Hall di Franklin, casa che situata nel bel mezzo di una piantagione che ha vissuto eventi vari nel corso della guerra di secessione e che pare da tempo infestata dai fantasmi, si dilettano, bontà loro, in questa duplice e temeraria esperienza. Pare che questa magione sia considerata come uno dei posti più inquietanti di tutti gli Stati Uniti.

Il nome dell’operazione è tratto da l’Orphan Brigade che era un gruppo operativo bellico di quel periodo operante in zona. Quattordici tasselli che compongono un racconto di musica di radici sudiste che formano appunto un concept album molto accattivante, piacevole ed interessante sia dal punto strettamente musicale che ovviamente da quello storico e che ci porta alla memoria un’operazione similare del 1978 quando una cerchia di artisti tra cui John Dillon, Steve Cash, Waylon Jennings, Bernie Leadon, Jessy Colter ed Eric Clapton diedero vita al ormai mitico progetto-album The White Mansion.

Tornando ad Orphan Brigade il film ha vinto un premio al festival cinematografico del Bayou, è stato selezionato per quello di Nashville, ha avuto una nomination per la miglior canzone e ha vinto un premio al Southern Spotlight Award.

L’album che a più ascolti ci risulta estremamente gradevole è decisamente di livello superiore soprattutto nei brani Pale Horse, We were marching on Christmas Day, nel traditional Good Old Flag che assomiglia notevolmente al brano di Tom Russell Tonight we ride, nella marcia alquanto irish Cursed be the Wanderer e nella ballata Goodnight Mary.

Tutti i brani escluso appunto il traditional sono a firma dei tre musicisti dei quali ricordiamo due essere statunitensi e uno, Glover, irlandese. Un’altra decina di musicisti collaborano all’opera tra cui Heather Donegan, Brad Talley, Ryan Beach e vari altri mentre la produzione è affidata al solo Hubbard.
This is a Ghost Story set to Music in a House full of Life, Death Love, War and unimagionable Loss. Significativamente d’epoca e d’antichissima memoria la copertina.

Tags:

Non è più possibile commentare.