THE PIEDMONT BROTHERS – Back To The Country

piedmont

THE PIEDMONT BROTHERS BAND
Back To The Country
(MZ 2013)

Quinta fatica discografica per la band pedemontana facente capo a Marco Zanzi e Ron Martin, rispettivamente lombardo il primo e del North Carolina il secondo, votata alla proposta di un country-rock di qualità confermato dall’ispirazione dei brani inclusi in questo Back To The Country.

La ricetta è precisa, apparentemente semplice, ma in realtà necessita di tanta passione oltre che di buone idee. L’idea alla base del disco è più o meno la medesima del terzo prodotto dell’ensemble (il quarto era una raccolta di outtakes), vale a dire una serie di composizioni azzeccate suonate dai vari componenti del gruppo – parlare di band è in realtà limitante perché questi Piedmont Brothers sono più una sorta di famiglia musicale – con la partecipazione facilitata dalla moderne tecnologie di personaggi che hanno fatto la storia del country rock. La vera carta vincente del disco, rispetto al suo predecessore, è che gli ospiti pur essendo più che presenti non rubano la scena ai titolari.

Le cover sono solo quattro, il che va tutto a beneficio della vena compositiva di Martin e soprattutto di Zanzi (non me ne vogliano gli altri fratelli pedemontani, ma Marco con le sue canzoni e i suoi arrangiamenti, per non dire della facilità con cui sa passare dalle chitarre d’ogni tipo a banjo, mandolino e all’occorrenza pianoforte, è da considerare senza tema di smentite la grande anima del gruppo): una bella And Settlin’ Down dei Poco interpretata da Richie Furay che è forse il brano meno “Piedmont” della raccolta, Colorado dei Flying Burrito Brothers cantata al femminile è perfetta e bellissima anche per merito della pedal steel di Gene Parsons, la dolce Carolina Star di Hugh Moffatt e infine In My Own Small Way di Rick Roberts. Il resto è tutto farina del sacco Piedmont, a partire dalla trascinante title track, (ancora con Gene Parsons e con una spruzzata irish) per arrivare a The Dark Stranger che vede presenti ben tre ex New Riders Of The Purple Sage, tra cui Buddy Cage alla pedal steel che conferisce al brano atmosfere tipiche del gruppo di San Francisco. True Aching Heart/Ceci’s Jig è un lungo medley in cui la tradizione nordamericana incontra quella irlandese a testimonianza del fatto che spesso le musiche di questi luoghi procedono su binari analoghi.

Belli anche lo strumentale Snowlakes, la song acustica All Is Not Lost, Waiting on A Train fermata e cantata da Martin, in cui Zanzi duetta con Gene Parsons, il primo con lo stringbender elettrico ed il secondo con lo stringbender acustico.

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