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AL ROSE – Again The Beginner

di Paolo Baiotti

16 maggio 2025

al

AL ROSE
AGAIN THE BEGINNER
Monkey Holding Peach 2022

Non è certo un novellino Al Rose, che con Again The Beginner ha pubblicato il suo ottavo progetto solista avendo alle spalle buone recensioni e una discreta programmazione sulle radio di Americana. Se dal vivo alterna concerti da solo ad altri con The Transcendos, la sua band, in studio provilegia la dimensione elettrica. Ha studiato il flauto durante il periodo scolastico, poi si è dedicato alla chitarra, ma avendo come principale interesse quello della composizione e del canto. Così durante il periodo del college ha suonato nei caffè da solista e come leader dei Buffalo Trout nell’area di Chicago; in seguito ha formato The Transcendos. Alla sua maturazione ha giovato la collaborazione con l’esperto ingegnere del suono e produttore Blaise Barton (Liz Phair, Magic Slim & The Teardrops, John Primer), proprietario dei JoyRide Studios a Chicago; ha esordito da solista con Information Overload nel ’94, seguito da Naked In A Trailer e da Pigeon’s Throat nel 2000, proseguendo con altri quattro dischi fino a Spin Spin Dizzy del 2017.
Dopo una lunga pausa Again The Beginner è stato inciso sempre a Chicago con Blaise Barton in cabina di regia insieme a The Transcendos, che comprendono il bassista Steven Hashimoto, il chitarrista Steve Doyle, il batterista Lance Helgeson e il chitarrista Maury Smith, insieme da più di dieci anni,.
Tredici brani scritti da Al confermano il suo gusto per la melodia in chiave rock-pop, con venature country e folk. L’apertura di Don’t Know Why ha un riff rock trascinante che ricorda The Who circondato da un basso mosso abilmente, ma la title track è più vicina al folk melodico, mentre la successiva Any Fool Will Tell You cerca di mixare queste due tendenze. La voce di Al non è un punto di forza: non che sia brutta o priva di melodia anzi, però è carente di profondità e di originalità. Quanto alle canzoni sono discrete con dei testi di un certo interesse sociale e politico. Qualche punto in più lo meritano l’energica Shooting Straight, Smile Of Sorrow avvolta dagli archi, la cavalcata trascinante di Said & Done, la jazzata Tokyo Gypsy e le ballate d’impronta country All Of This Is Yours e Dignity & Grace poste in chiusura dell’album.

Paolo Baiotti