MARK SEBASTIAN – A Trick Of The Light

Mark-Sebastian

MARK SEBASTIAN
A TRICK OF THE LIGHT
Blck Sheep 2025

Cresciuto nel Greenwich Village circondato da un mix di influenze musicali dal blues al bluegrass, dalla bossa nova ai ritmi latini, da adolescente Mark ha scritto insieme al fratello maggiore John una canzone sulla vita cittadina in agosto, Summer In The City, diventata una hit dei Lovin’ Spoonful, la band in cui militava il fratello e premiata anni fa da Billboard come la migliore canzone estiva di tutti i tempi. Dopo questo successo Mark ha proseguito in ambito musicale sia con alcune band sia da solista, aprendo per Dave Van Ronk, Tim Hardin e altri grandi del folk e del blues. In seguito, ha viaggiato in Inghilterra e Italia dedicandosi alla musica elettronica. Al rientro negli Stati Uniti si è spostato a ovest dove ha collaborato con Brian Wilson e Van Dyke Parks, registrando dei demos. Si è anche dedicato alla recitazione d’avanguardia, ma la sua principale attività è rimasta quella di compositore per la casa editrice degli Earth Wind & Fire; tuttavia, ha continuato a suonare nei locali aprendo per Parks, Beach Boys e Laura Nyro, tra gli altri.
In sostanza è rimasto dietro le quinte, acquisendo amicizie e collaborazioni importanti finchè nel 2001 ha esordito da solista con Bleeker Street, un amalgama di blues e suono californiano. Nel 2008 ha pubblicato The Real Story, infine dopo una lunga pausa è uscito A Trick Of The Light, registrato sulla costa occidentale con musicisti molto conosciuti tra i quali il batterista James Gadson (Herp Albert, Freddie King, Beck, Ray Charles), il bassista Bob Glaub (Dave Mason, Journey, Steve Miller Band, John Fogerty, Bob Dylan, Bruce Springsteen, Neil Diamond) e il chitarrista Wah Wah Watson (Funk Brothers), con Van Dyke Parks che ha arrangiato gli archi della title track, mentre i fiati sono stati affidati a Joe Sublett e Mark Pender. Sull’errebi jazzato You Made A Monkey Outta Me il piano è suonato da Bill Payne (Little Feat). Due brani sono stati prodotti da Mark con Joe Wissert (Boz Scaggs, Lovin’ Spoonful, Gordon Lightfoot). 
Riguardo alle nove canzoni dell’album, ci sono tutte le influenze del cantautore e chitarrista, dall’urban jazz al pop, dal rhythm and blues al folk-rock, interpretate con garbo e tonalità vocali soffuse, considerando che Mark non ha una grande estensione vocale. Roll With Me e Beneath The Sheets hanno un tocco sixties che ricorda i Lovin’ Spoonful, mentre Riverrun può richiamare le armonie vocali dei Beach Boys. Peccato che il funky-disco di Get Up And Move con synth e vocoder non sembri appropriato per chiudere un disco che si muove in altre direzioni.

Paolo Baiotti

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