LOLLY LEE – Lolly Lee
LOLLY LEE
LOLLY LEE
Admiral Bean 2024
Lolly Lee non è solo una cantante, ma una polistrumentista di Birmingham, Alabama, che ha alle spalle un lungo cammino in ambito musicale. All’età di 63 anni ha pubblicato il suo primo album solista dopo una serie di esperienze, concerti, bambini, matrimonio, cadute e risalite, alti e bassi. Negli anni ottanta ha fatto parte della rock band The Mortals come cantante solista, prendendo qualcosa dalle sue artiste preferite: Stevie Nicks, Lucinda Williams e Joni Mitchell. In seguito, è diventata chitarrista ritmica e cantante degli Split The Dark, attivi nel sud est, lasciando per diventare madre. Dopo una lunga pausa nella quale ha lavorato dietro le quinte come compositrice vivendo nell’Alabama rurale, nel 2022 ha perso il marito per malattia, il padre e il cane, riversando il suo dolore in nuove canzoni e preparando finalmente l’esordio da solista, convinta anche dall’appoggio dei quattro figli. In questa attività è stata coadiuvata dal vecchio amico Anthony Crawford, non proprio l’ultimo arrivato, collaboratore di Neil Young negli anni Ottanta in Everybody’s Rockin’, Old Ways e A Treasure (era membro degli Shocking Pinks e degli International Harvesters) e più recentemente in Prairie Wind e Fork On The Road, nonché di altri artisti tra i quali Vince Gill, Steve Winwood e Dwight Yoakam, oltre che compositore, artista solista e in coppia con la moglie Savana Lee nel duo Sugarcane Jane. Nel disco in esame Anthony, oltre a produrre insieme a Lolly Lee nello studio di proprietà Admiral Bean, ha suonato basso, batteria, chitarra, mandolino, lap steel e tastiere, mentre ai cori è stato affiancato dalla moglie, lasciando a Lolly la chitarra e la voce solista.
Mischiando elementi di rock, country e americana l’artista dimostra di avere l’energia di una giovane esordiente, una voce caratteristica, testi intelligenti e una discreta capacità di scrittura. Il rock solido di Satellite con un coro che resta in testa, il singolo Great Crusade in cui la tonalità vocale ricorda Marianne Faithfull, potente e toccante nel catturare l’essenza dell’amore, della perdita e delle difficoltà della vita quotidiana nell’Alabama rurale, l’oscura e inquietante melodia di Shot At The Devil, il country morbido di Free State Of Winston, l’animata e nostalgica Sweet Alabama Home e la rilassata I Used To Live Here emergono in un album ben costruito e prodotto con cura.
Paolo Baiotti
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