BELEDO – Flotando En El Vacio
BELEDO – Flotando en el vacio (Moonjune 2024)
Il chitarrista uruguayano Beledo è indubbiamente una delle teste di serie della label guidata da Leonardo Pavcocich, Flotando en el vacio è il suo terzo disco su Moonjune Records e anche stavolta l’artista non delude.
Contando sulla magica e familiare atmosfera della Casa Murada, l’edificio a ovest di Barcellona, costruito nel XIX secolo e trasformato da Pavcovich in un moderno e attrezzato studio di registrazione in cui nascono molte delle produzioni di casa Moonjune.
Beledo, ugualmente abile sia quando imbraccia la chitarra, sia quando siede al piano, si fa qui accompagnare da un trio di esperti musicisti composto da Asaf Sirkis (a sua volta titolare di dischi a proprio nome per la medesima etichetta, nonché batterista dell’attuale versione dei Soft Machine), dal bassista Charles Benavent e dal flautista Jorge Pardo. Questi ultimi due già impegnati in passato al seguito di Paco De Lucia e di Chick Corea.
Il risultato è un disco di quel che una volta si definiva jazz-rock, ma che da parecchi anni è appellato fusion: un disco ispirato e fluido in cui le composizioni si liberano e scorrono senza intoppi, all’insegna dell’affiatamento che evidentemente lega i quattro artisti.
La stoffa di Beledo e del disco si percepiscono fin dall’inizio, quando il brano Djelem Djelem, dopo una lenta introduzione decolla districandosi in un tema che mescola influenze balcaniche e ispaniche, comunque all’insegna di un’influenza moresca dettata dalla musica mediorientale che ha influenzato entrambe le culture. Si prosegue con Rauleando, poi arriva l’esplosione di De tardecita, lunga ed elaborata composizione in cui Beledo si scatena alla chitarra lasciando il piano elettrico all’ospite di riguardo Gary Husband, il cui pedigree che va da Allan Holdsworth a Billy Cobham parla da sé.
Non sono da meno i dieci minuti della title track, qui il piano è suonato dal titolare che sfoggia uno stile differente, mentre Pardo è protagonista di molti interventi al flauto. Es Prohibeix Blasfemar gioca sui dialoghi tra Beledo e il bassista e vede di nuovo ospite Husband. Candombesque sfoggia antenati prog, Pardo passa dal flauto al sax e ci sono le percussioni di Ramon Echegaray, From Within’ a dispetto dell’essere l’unico brano dal titolo in inglese naviga sulle note di un latin jazz piacevole prima che il disco si concluda con la lunga cavalcata improvvisata di Rodeados, il brano più complesso della raccolta.
Paolo Crazy Carnevale