FARAWAYS – Decades Of Dormancy
FARAWAYS
DECADES OF DORMANCY
Paraply 2023
I Faraways nascono come duo a metà degli anni novanta nella campagna intorno a Boras in Svezia, formati da due amici d’infanzia. Influenzati dalla musica orientale degli anni sessanta, i ragazzi hanno sperimentato aggiungendo basso, batteria e campionature di tablas e sitar. Dopo un demo su cassetta del ’96 aggiungono un terzo amico come cantante e poi un tastierista e un batterista diventando un quintetto. Con questa configurazione indidono un Ep nel ’99, dividendosi nel 2002 fino all’anno del Covid, quando il duo originario ha ripreso a jammare. Erik Holmberg (chitarra, sitar, voce) e Tomas Axelsson (basso, chitarra, liuto, cori) hanno recuperato il vecchio amico Tobias Walka (batteria, percussioni, tastiere, voce) e, dopo alcune prove, hanno composto dei nuovi brani che fanno parte di questo Ep di cinque canzoni che fonde rock, jazz, folk, psichedelia e influenze orientali in un puzzle ben riuscito che richiama gli anni sessanta. I ventuno minuti scorrono veloci e fanno venire voglia di ascoltare altri brani del trio, prodotto da Tobias Walka che è anche l’autore della copertina.
Quanto alle canzoni Holy Host è un rock psichedelico energico nel quale si inseriscono le tastiere dell’ospite Magnus Holmberg, la corale e ritmata Silvertrain Ride aggiunge elementi country, Ruby Ring Of Love ha un eco floydiano ed evidenti influenze orientali che raggiungono l’apice in un interessante break di sitar, Like A Bottle Of Wine è arricchita dalla slide di Robert Peterson e ricorda il riff di Calling Elvis dei Dire Straits. In chiusura di questo interessante Ep la traccia più lunga, l’intensa e inquietante Frozen Moon, cadenzata e potente con tastiere avvolgenti
Paolo Baiotti
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