MONSTER – Life Science

Monster_CD

MONSTER
LIFE SCIENCE
Paraply 2022

Nella presentazione sul loro sito dell’esordio Life Science, gli svedesi Monster scrivono ironicamente che “si tratta probabilmente del debutto meno atteso della storia”, nonché di un rimedio contro l’assurdità dell’autotune e di una genuina raccolta di dieci brani old-school nella quale ogni canzone conta veramente, senza riempitivi e con nessuno spreco.
Monster è una formazione underground di Uppsala guidata da Olov Lundberg (voce, chitarra e tastiere) con Henrik Nilsson (batteria), Markus Wilkman (basso) e Mikael Hanstrom (chitarra). La loro musica ha evidenti riferimenti al classic rock con richiami alle tastiere e ai synth degli anni ottanta. Bridges Of Glass apre il disco incrociando echi prog e una batteria un po’ troppo monocorde, con un crescendo strumentale avvolgente nella seconda parte, When Winds Bent The Grass ha un feeling elettroacustico aprendosi in una riuscita coda strumentale, mentre la successiva On My Way ha una naturale musicalità dovuta ad una melodia accattivante e alla rilassata interpretazione vocale di Olov con qualche influenza dei Beatles e di David Bowie, che si ripete nella scorrevole Spacechild. A metà disco viene inserita l’unica traccia cantata in svedese, Skogens Man (l’uomo nella foresta), intensa e drammatica con una chitarra incisiva e una notevole prestazione di Olov che abbassa e indurisce la tonalità vocale.
Nella seconda parte dell’album, complessivamente meno convincente, spiccano la ritmata Save Me, la successiva Particle Arts che ricorda il suono dei Wilco con le tastiere in primo piano e la dissonante Into The Sea tra new wave e indie rock.

Paolo Baiotti

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