DUO ATANASOWSKI – Libertè Toujours

duo atanasovski

Duo Atanasowski – Libertè Toujours (Moonjune Records 2022)

Eccoci al cospetto di un’altra bella produzione di casa Moonjune, che nella seconda metà del 2022 ha sfornato una cospicua messe di dischi; a cavallo della pandemia, l’etichetta condotta da Leonardo Pavkovich ha trasferito la sua sede dalla caotica New York alle lande sperdute della Spagna, dove tra l’altro vengono registrati diversi lavori degli artisti connessi all’etichetta, ed ora sembra aver ripreso l’attività a pieno regime.

Vasko Atanasovski è un sassofonista sloveno che già da tempo è noto a chi segue le produzioni Moonjune, stavolta si presenta in questa versione in duo dove al suo fianco c’è il giovane figlio Ariel Vei, valente chitarrista e, soprattutto in questa sede, compositore di tutte le tracce presenti nel disco.

Il giovane artista sloveno, dopo essersi diplomato a Maribor, ha proseguito gli studi musicali dedicandosi al violoncello presso l’Accademia di Graz, in Austria.

Papà Vasko è invece una vecchia volpe, ha suonato con artisti di fama (dai Living Colour a Marc Ribot, a Tommy Emmanuel, giusto se volete qualche nome), ha fatto tour e inciso una quindicina di album di musica sua.

Ariel Vei ha composto i sette brani durante le varie quarantene dello scorso biennio, poi col padre si è chiuso in studio, proprio a Maribor, sul finire del 2021 e, facendosi accompagnare anche dal pianista Marko Churnchetz, dal bassista Jost Drasler e dal batterista Marjan Stanic, ha messo nero su bianco Libertè Toujours.

Il risultato è un piacevolissimo e fantasioso collage sonoro che mescola il jazz e la fusion con elementi classici immancabili, visti gli studi del nostro, e influenze mai esagerate di musica balcanica legata alle origini dei due Atanasovki.

Oltre a padre e figlio ha molta parte nella creazione sonora anche il piano di Churnchetz: Drevored, Orehi, Barve Sena sono brani in cui la musica scorre senza intoppi di alcun genere, libera, come suggerisce il titolo del disco, sempre. Balasa Za Soncen Dan è una composizione delicata, sorretta da arpeggi di chitarra acustica su cui il sassofono di Atanasovski padre si adagia comodamente ed il basso di Drasler può ritagliarsi un adeguato spazio solista, forse, anche per via della sua lunga struttura, il brano più affascinante del prodotto. Più breve e più di routine la fusion d’impronta latina di Vrane Na Prepihu, U2 è di nuovo una composizione molto articolata e lunga, con Ariel Vei quasi protagonista assoluto con la chitarra ed il violoncello. Un altro brano fondamentale del disco, che si chiude poi con la title track, che parte in maniera molto intima, con la chitarra acustica dell’autore su cui poi s’immettono gli altri comprimari, il padre in primis e il pianista, dando corpo alla traccia che si certifica come il brano più jazz del disco.

Paolo Crazy Carnevale

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