THE NIGHTHAWKS – Est 1972

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THE NIGHTHAWKS
EST 1972
VizzTone 2022

Sono lontani i tempi in cui un quartetto fondato e guidato da Mark Wenner (voce e armonica) con un giovane Jimmy Thackery (chitarra e voce) e la solida ed esperta sezione ritmica di Jan Zukowski (basso) e Pete Ragusa (batteria) era una grande attrazione dei roadhouse e dei locali fumosi della zona di Washington D.C., tanto da essere considerato la migliore ‘bar band’ degli Stati Uniti, oltre a suonare in compagnia di grandi bluesmen come John Hammond, Pinetop Perkins, Bob Margolin e gli altri della Muddy Waters Blues Band. In quel periodo The Nighthawks hanno pubblicato dischi storici di blues/roots come Jack And Kings Vol.1-2, Live At Psychedelly e Ten Years Live, finchè Thackery ha lasciato nell’86 per avviare una carriera solista. Nonostante numerosi cambi di organico i Nighthawks hanno resistito fino ad oggi: lo testimonia Est 1972 che festeggia i 50 anni di attività. Degli originali resta l’insostituibile Mark Wenner, affiancato dal fedele Marc Stutso (batteria e voce) che dopo avere suonato nei Drivers di Thackery ha raggiunto la band nel 2012, da Dan Hovey (chitarra e voce) e Paul Pisciotta (basso, contrabbasso e voce) che si sono aggiunti da un paio d’anni sostituendo Paul Bell e Johnny Castle che erano entrati nel 2004. Negli anni hanno collaborato o fatto parte del quartetto musicisti come Warren Haynes, Jimmy Nalls, James Solberg, Pete Kanaras e Gregg Wetzel. La band ha mantenuto come base il blues, contaminato con dosi variabili di soul, americana e rock and roll, con il divertimento nel sangue e una voglia di movimento che si accosta a quantità più o meno robuste di birra o alcolici.
Est 1972 non tradisce le attese: prodotto dall’amico David Earl e registrato nei suoi Severn Sound Studios ad Annapolis, senza avere l’ambizione di creare nulla di nuovo o di clamoroso conferma le coordinate sonore sulle quali si è sempre basato il gruppo, incrementando appena le percentuali di soul ed errebi rispetto al blues tradizionale e mischiando come sempre cover a brani originali (6 su 14 con l’apporto maggiore di Hovey che ne ha scritti 4 da solo).
L’apertura di Nobody esprime la voglia di ritmo con l’esuberanza dell’armonica di Wenner, ribadita dal country-blues di You Seem Distant e dal rock and roll di Coming And Going, dalla cover accelerata e roccata di Johnny Too Bad (un reggae degli Slickers), da Houseband cantata dall’autore Dan Hovey e dalla scanzonata Run Red Run di Leiber e Stoller (hit dei Coasters del ’59). Ma non mancano tracce d’atmosfera come il soul dei fifties I’ll Come Running Back To You di Sam Cooke, la jazzata Ask Me Nice di Mose Allison, la ballata West Memphis e la notturna Driving di Hovey che chiude il disco con un tocco di raffinatezza dato dalla voce morbida dell’autore, dall’armonica sognante di Mark e dalla delicata sezione ritmica.
Est 1972 è il modo migliore di festeggiare 50 anni di roots music ruspante e vitale.

Paolo Baiotti

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