SUZIE VINNICK – Fall Back Home

FallBackHome

SUZIE VINNICK
FALL BACK HOME
Autoprodotto 2022

Nelle note che accompagnano il disco, oltre al ringraziamento ai partecipanti al crowdfunding e al governo canadese che ne hanno sostenuto la produzione, Suzie spiega che l’intenzione di Fall Back Home era quella di combinare gli stili musicali di due album precedenti, Me & Mabel e 33 Stars, il primo bluesato, il secondo vicino all’Americana, richiamando come produttore Danny Greenspoon presente in entrambe le occasioni, già chitarrista di Murray McLauchlan e Kate & Anna McGarrigle nonché membro dei Romaniacs e poi produttore di Great Big Sea, Ian Tyson, The Paperboys, e Victoria Williams.
Suzie è una cantautrice esperta di Saskatoon spesso in bilico tra roots music e blues con alle spalle sei album come solista, una carriera ultraventennale che l’ha vista coinvolta in numerosi progetti (The Marigolds, Vinnick Sheppard Harte e un duo con Rick Fines) e 10 Maple Blues Awards vinti come cantante, autrice, bassista e formazione acustica. In Fall Back Home, che esce quattro anni dopo Shake The Love Around, si limita a cantare e suonare la chitarra acustica, accompagnata principalmente dalla sua band che comprende Kevin Breit alla chitarra, Russ Boswell al basso e Davide Di Renzo alla batteria, con l’aggiunta di qualche session man.
Dotata di una voce calda e melodica che si adatta a materiale di generi diversi, Suzie apre il disco con Lift Me Up, un brano pop-rock tinto di gospel nel quale emerge la chitarra dell’ospite Colin Linden che si distingue ancora di più nella mossa e bluesata Salt & Pepper. Nello stesso stile si apprezza la successiva Raino, cover di un brano dei connazionali Chilliwack. Su un versante jazzato, morbido e swingato, occorre ricordare The Pie That My Baby Makes e la raffinata Let Me Make It Up To You Tonight, introdotta e accompagnata dall’armonica di Carlos Del Junco. Non mancano ballate folk come la soffusa Talk To Me e la delicata e sensibile It Doesn’t Feel Like Spring Anymore e tracce più spigliate quali la bluesata Big Train (From Memphis), cover di John Fogerty e la scanzonata Secret che completano un disco vario e scorrevole chiuso da Hurt by Luck, traccia malinconica sulle conseguenze dell’uragano Katrina in cui si ritaglia uno spazio la fisarmonica di Mark Lalama.

Paolo Baiotti

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