MARKUS REUTER – Truce 2

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Markus Reuter – Truce 2 (Moonjune Records 2022)

Che Markus Reuter sia un iperattivo prezzemolino all’interno di casa Moonjune credo di averlo scritto già altrove, tra dischi a proprio nome, dischi come sideman di progetti a più nomi e come ospite nei dischi dei colleghi, negli ultimi quattro/cinque anni se ne contano almeno una dozzina (senza contare quelli per altre case discografiche). Sempre spaziando attraverso i generi e gli esperimenti sonori, senza contare le partecipazioni.

Questo disco è il seguito del primo Truce, pubblicato un paio di anni fa e realizzato con la stessa formazione qui coinvolta, che comprende oltre a Reuter il bassista veneto Fabio Trentini e il batterista Asaf Sirkis, altra colonna portante della label newyorchese.

Truce 2 oltre ad essere il primo disco dell’etichetta edito nel 2022 è anche il 120° del catalogo in vent’anni di attività, non male per un’avventura partita per pura passione e cresciuta a tal punto da diventare un sogno realizzato. Il disco è interamente registrato presso lo studio Ritmo&Blu di Pozzolengo con l’aiuto di Stefano Castagna in veste di ingegnere del suono.

Ed è sicuramente una delle cose migliori tra le moltissime uscite in questi anni dalla Touch Guitar di Reuter, una chitarra diversa dalle altre il cui scopo è quello di creare esclusivi paesaggi sonori non sempre di facile assimilazione.

L’uscita del disco precedente era caduta quasi in contemporanea con la pandemia e questo aveva bloccato il progetto alla fase inziale, ossia il disco, senza possibilità di promozione e concerti. Un po’ tutto il contrario di quanto i tre musicisti si aspettavano. Quando è giunto il momento di decidere come proseguire la scelta è ricaduta sul registrare un nuovo disco, ma senza ricalcare troppo le orme del precedente. Il tutto con il sostegno sempre entusiasta del patròn dell’etichetta.

Truce 2 inizia con The Rake quasi nove minuti di che fanno già trasparire la propensione verso un prog moderno con le caratteristiche del power-trio, in Rounds Of Love l’atmosfera è più che mai elettrica, mentre Barren è dominata dall’elettronica filtrata in chiave fusion.

Melomania è un po’ il cuore del disco, oltre che il brano che sta giusto a metà, un cuore pulsante grazie al gran lavoro del basso e della batteria su cui Reuter intesse i suoi paesaggi in cui la chitarra produce suoni quasi da tastiera. Consolation ci propone invece un Reuter all’insegna di suoni lancinanti prodotti sul manico della chitarra in un crescendo coinvolgente.
Particolarmente interessante il lavoro della sezione ritmica in River Of Things, dove la chitarra è trattata con elementi elettronici. Chiusura infine con la lenta One Cut Suffices dominata dalla matrice prog-rock radicata nel DNA dei tre artisti.

Paolo Crazy Carnevale

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