ACE OF CUPS – Sing Your Dreams

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Ace Of CUps – Sing Your Dreams (High Moon 2020)

Se avevate pensato che le nonnette di San Francisco reduci dalla Summer of Love e debuttanti con un primo doppio vinile nel 2018 avessero voluto togliersi uno sfizio per poi tornare a sferruzzare o occuparsi dei nipotini, eravate in fallo.
Mary Simpson, Diane Vitalich, Denise Kaufman, Mary Gannon e Dalis Craft ad un paio d’anni di distanza si sono tolte lo sfizio per la seconda volta, con un nuovo disco, singolo stavolta che segue più o meno la ricetta del precedente col risultato di consegnarci un altro piacevolissimo prodotto in cui sotto la guida di Dan Shea (produttore, tastierista, polistrumentista che sedeva in cabina di regia anche nella produzione del 2018) assemblano una nuova dozzina di canzoni firmate dalla Kaufman, talvolta con l’aiuto della Gannon.

Sing Your Dreams ci ricorda quanto siano ancora vitali queste signore e quanta sia la loro voglia di stare insieme e fare musica ora che con l’età l’impegno come madri si è fatto meno pressante.

Il CD si apre con il corposo blues Dressed In Black in cui la Simpson e la Vitalich si dividono le parti vocali oltre che occuparsi una della chitarra elettrica e l’altra della batteria, ospite alla slide c’è Steve Kimock, a testimonianza del fatto che anche in questo disco la comunità musicale della Frisco storica non ha esitato a correre in aiuto delle cinque signore, anche se in questo disco hanno cercato di fare il più possibile le cose da sole. Jai Ma è un brano solare, di quel sole tiepido che aveva scaldato l’estate del 1967, una composizione ricca di ritmo grazie al grande dispiego di percussioni schierato dalla famiglia Escovedo al completo, con la mitica Sheila E. in testa. Le cinque Ace Of Cups provvedono alle voci e di nuovo c’è Kimock alla chitarra.

In Put A Woman In Charge le cinque ex ragazze fanno tutto da sole, dimostrando che gli ospiti sono solo un lusso che si vogliono concedere, ma che potrebbe anche non essercene bisogno, non c’è neppure il producer in questo brano dalle solide atmosfere rock. Poi tutto rallenta e la Kaufman sfodera una ballata intitolata Sister Ruth, un’altra storia al femminile come è lecito aspettarsi da un gruppo così, guidata dal piano di Jason Crosby e dall’organo di Shea, con l’armonica soffiata dall’autrice.

Basic Human Needs è firmata da Wavy Gravy, personaggio storico della Frisco psichedelica e solare coeva delle Ace Of Cups, è lui stesso ad occuparsi della voce solista mentre le ragazze forniscono un minimale accompagnamento strumentale e ordiscono, con qualche amico, una base corale che ricorda le “cose africane” di Paul Simon; minimale anche la base di I’m On Your Side composta e cantata dalla Gannon, uno swing con clarinetto e ukulele e batteria spazzolata dal produttore, non tra i brani migliori del disco.

Gemini ripercorre sentieri venati di psichedelia, Shea tira fuori mellotron, Farfisa e altre cose d’epoca per rivestire questa bella composizione d’un sapore antico che si sviluppa su un ritmo che ricorda i vecchi Jefferson Airplane, ma le voci delle Ace Of Cups differiscono come impostazione da quella della Slick e le tastiere nei Jefferson non c’erano, nel finale abbiamo una parte recitata dall’attore amico di lunga data Peter Coyote. Gli anni sessanta si sprigionano anche nella seguente Boy, What’ll You Do Then, un’altra canzone suonata senza alcun ospite e senza Shea, con una grande performance alla voce e all’armonica della Kaufman, autrice del brano. Assolo di chitarra molto anni settanta di Michael J. Manning su Little White Lies, composizione energica cantata dalla Vitalich con un refrain accattivante.Seguono altre due canzoni, la prima senza guest stars e la seconda col solo Shea ospite al Wurlizer, segno dell’indipendenza delle cinque titolari: Waller Street Blues è un solido blues con ampi riferimenti nel testo al movimento hippy e al passato del gruppo, con un devastante spettacolare assolo di armonica della Gannon che è autrice e voce solista; Lucky Stars ci offre invece la possibilità di ascoltare la voce e la chitarra della Simpson, delle cinque quella con la voce più drammatica, il brano è ottimo e la Simpson, che ne è coautrice con la Kaufman sfodera una serie di soli di chitarra molto azzeccati.

Il disco si conclude col medley Slowest River/Made For Love, la prima parte vede duettare alle voci la Kaufman e Jackson Browne e il risultato non poteva che essere felicissimo, Jason Crosby suona il piano, la base strumentale è quasi in punta di piedi, poi parte la seconda parte col coro che ripete il titolo e la Kaufman che recita il testo. La Simpson si occupa di tutte le chitarre mentre Shea ci mette l’Hammond B3, il coro è opera della Simpson , della Vitalich, della Gannon, della Craft e di tre insospettabili amici blasonatissimi: Browne, Bob Weir e David Freiberg, meglio di così il disco non poteva terminare.
Bravissime!

Paolo Crazy Carnevale

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