JOHN STRADA – Fra Rovi e Rose

JOHN STRADA ROVI ROSE

John Strada torna on the Road dopo il periodo comune a tutti noi di domiciliari forzati. Periodo nel quale per gli amanti della musica in special modo di quella dal vivo son stati tristi dolori e finalmente pare che il rapporto artista/pubblico stia per avere uno spiraglio. Da anni seguiamo con simpatia, e passione questo solare artista emiliano che ha esattamente i gusti musicali di noi di Late For The Sky, sono appunto dieci anni che detto artista ci fa compagnia con le sue musiche, il suo rock, le sue ballate e album come l’omonimo ( 2001), Pezzi di vita ( 2002), Dalla periferia dell’anima (2008), Live in Rock’ A, (2011), Meticcio (2014), Mongrel (2016) ed è una epifania si colori, suoni e divertimento.
Adesso è il turno di Fra rovi e rose disco dall’ accattivante copertina per non parlare dello splendido disegno che caratterizza la cover del libretto interno, io avrei scelto quest’ultima come copertina ma tant’é, il discorso cover è secondario mentre la solarità dell’album è quella che colpisce e prende nei suoi dieci festosi e spensierati brani, spensierati non certo per i testi tutti di spessore ma per i suoni che avvicinano a questo nuova estate che si spera possa farci trovare serenità , divertimento e appunto spensieratezza, pur se con certa accortezza. Pardon per la rima non voluta ne cercata.
Testi e musiche ovviamente totalmente di John Strada e una pletora di ottimi musicisti che lo supportano. Impossibile citarli tutti ma un cenno al violino di Fabio Cremonini, al Banjo di Alex Valle, all’hammond di Daniele De Rosa, alla chitarra elettrica di Matteo Zuppiroli, alla fisarmonica di Gianmarco Banzi e al dobro e steel guitar di Enrico Cipollini lo facciamo volentieri. L’amico Strada ci delizia con al sua voce a tratti roca e profonda e la sua chitarra.
Deliziosi i disegni di Paola Covoni che arricchiscono il tutto. Album registrato all’overstudio di Cento, vicino Ferrara e allo studio SDS di Carpi.
Guarda alle stelle da inizio in modo sincopato a questo nuovo album con una ballata rock di modulata frequenza che avvince sin da subito e poi coinvolge nel proseguo con violino e batteria che esaltano il tutto. Wonderbar cita come in un sogno una marea di artisti che concorrono a suonare con lui in contesti ariosamente e profumatamente avvolgenti, un po Van De Sfroos quando raccontava di Johnny Cash nella cabina di un camion e un po Willie Nile quando incensa i bluesmen del passato. Fa piacer senti citare gli Who, lo aveva fatto tanti anni fa anche Ligabue. Gli Who sono nella storia musicale di tutti noi ! Eneide 2000 coniuga personaggi storici, Dei mitologici e letterati di prestigio in un racconto canzone che racchiude strali di vicende che toccano il nostro presente. Un grido di battaglia e di diniego alle storture che caratterizzano il nostro mondo lo sentiamo in Salvo il mondo, bel pezzo che nn vedremmo male proposto anche da Ligabue. Bravo John Strada che urlando verso il cielo ci dona un album di forte risentimento esemplificato in note e parole di spessore. Dolcissima ballata Il brivido, è momento di catarsi per acclimatarsi al bello, al dolce, al soave, a quello che in questi tempi un pò bastardi abbiamo bisogno. Bellissima con un violino struggente. E finalmente tra Jimmy Buffett e Daniele Ronda arriva la solarità del divertimento, come se ci fossimo lasciati alle spalle tempi e momenti bui Mare e limoni ci rilassa e fa apparire un sorriso ottimista a tutti noi. Frizzante song che immaginiamo darà il bianco eseguita dal vivo. Dall’Emilia al West è ovviamente coinvolgente sin dal titolo ed è pezzo crediamo destinare a divenire brano cult nella discografia di questo artista che da anni ci coinvolge e allieta con le sue canzoni. Uno splendido balzo a Parigi con la vibrante Kiki, la regina di Montparnasse e due dolci ballate dedicate al figlio Enrico, in tanti lo hanno fatto in modo gioioso, al volo mi vengono in mente Baglioni, Bruce e Jovanotti e anche John Strada non è da meno con queste avvolgenti true balldads, Stavolta dico no e Il tempio di Demetra, ricordiamo che Demetra era la Dea greca della fertilità. Bei pezzi ovviamente dedicati anche alla moglie Paola. Un bel ritorno quello di John Strada che ci inizia a rendere sereno questo periodo con l’ascolto del suo notevole album. A presto a rivederlo su di un palco. Tutti ce lo auguriamo

Ronald Stancanelli

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