DIESEL PARK WEST – Let It Melt

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DIESEL PARK WEST
LET IT MELT
Paolo Santo 2019

Veterani della scena alternativa inglese, i Diesel Park West provengono da Leicester e sono attivi dal 1980. Specialmente nella prima parte della loro carriera, che conta nove album in studio e varie interruzioni, sono stati ispirati dal sound della West Coast degli anni sessanta, molto apprezzato dal leader e cantante John Butler, da sempre quasi esclusivo compositore del quartetto. Della formazione originale oltre a Butler rimane il bassista Geoff Beavan, mentre il chitarrista Rich Barton si è inserito prima dell’uscita dell’esordio Shakespeare Alabama, prodotto da Chris Kimsey e pubblicato dalla Emi nell’89. Liquidati dalla label dopo il secondo album, hanno proseguito con etichette indipendenti ridimensionando le loro ambizioni, con qualche pausa e poche pubblicazioni in studio. Let It Melt esce a sette anni dal precedente disco con materiale nuovo e dopo il rientro di Barton nel 2014. Nel frattempo Butler ha inciso tre dischi da solista tra il ’97 e il 2017. L’attuale formazione è completata dal batterista Robert Morris.
Dunque Let It Melt sembra quasi una ripartenza o comunque la volontà di riaffermare la propria presenza, nonostante il passaggio del tempo. Come recitano in Scared Of Time “le mie braccia e le mie gambe non si muovono come una volta…i miei capelli e la mia pelle non brillano come una volta”; tuttavia ci siamo ancora e siamo vitali, con la voglia di suonare, dimostrata pienamente tra i solchi di questo album che, più che il suono californiano dei Love o dei Moby Grape, sembra riagganciarsi al rock sporco dei Rolling Stones o dei Mott The Hoople. In particolare The Golden Mile ha un debito evidente nei confronti di Let’s Spend The Night Together e in generale il modo di cantare di Butler ricorda le inflessioni di Jagger. La stradaiola opener Let It Melt ha un tiro notevole corroborato da una slide efficace, mentre Pictures In The Hall richiama certe atmosfere dei Kinks. La strascicata Everybody’s Nuts, la stonesiana Living In The UK, non priva di critiche alla società britannica e la trascinante Bombs Away mantengono alto il ritmo e l’attenzione, seguite dalla bluesata You Got The Whole Thing Wrong in cui chitarra e piano duettano amabilmente.
Butler ha dichiarato: “penso che non siamo riusciti in nessun altro momento della nostra carriera a incidere un album come questo. C’è qualcosa di definitivo che esprime quello che siamo adesso. E’ veramente l’album più vero che abbiamo pubblicato”. Di sicuro è un buon disco di rock and roll, che si ascolta con gusto e divertimento.

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