ANDREA DE MARCO – Acer Rubrum

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ANDREA DE MARCO – Acer Rubrum (Fingerpickingnet 2017)

Partiamo dal presupposto che non ho mai sentito nominare Andrea De Marco prima di essermi imbattuto in questo suo disco, e aggiungiamo che non sono riuscito a trovare troppe informazioni su di lui: la conclusione è comunque che questo sforzo del chitarrista di Imola pare decisamente positivo.

Non so in quale filone dei cosiddetti album di virtuosi della chitarra sia da incanalare, ma forse l’indicazione da seguire è proprio quella di non volerlo incanalare a tutti i costi: De Marco mette sul piatto, o meglio nel lettore CD, una decina di brani, quasi interamente di sua composizione, tutti sorretti in solitudine dai suoni della sua chitarra, prodotti con accuratezza.
Fingerpicking, sicuramente, come suggerisce il nome dell’etichetta che ha pubblicato il disco, ma anche molto altro, rock ad esempio come suggerisce invece la voce di Igor Piattesi (già vocalist dei Vicolo Inferno, anch’essi di Imola), ma anche suggestioni classicheggianti. Tutte le composizioni sono molto godibili e lontane dalla verbosità e dall’eccessiva ricerca sonora di chitarristi acustici come il pur bravo Franco Morone.

Il disco si apre con un brano sognante e riuscito il cui titolo, Arwen, porta alla mente richiami fantasy legati alla saga del “Signore degli anelli”, e in punta di piedi è seguito da Dedicato a te.

Nella terza traccia entra in campo il suddetto Piattesi che con la sua voce infonde al brano (sempre acustico e dotato di liriche da Caterina Minguzzi) l’imponenza di certe ballad tipiche del genere metal, e difatti Bring Us Back To Life suona proprio come le più tipiche ballate metalliche (sulla stessa onda di Another Day dei Dream Theater, che troviamo poco più in là sul disco e sempre affidata alla voce di Piattesi).

Altre due buone composizioni sono Goodbye e Arianna, in cui il suono è proprio quello della chitarra classica.

Tra echi e suggestioni idilliache Alessia è un’altra delle tracce particolarmente interessanti del disco, mentre il fingerpicking è protagonista di Dancing Mouse, composizione piacevolissima e riuscitissima in cui lo stile tipicamente americano si fonde con una melodia che richiama suggestioni tipicamente celtiche. Il disco volge al termine con My Words breve composizione che prelude alla seconda bella cover, in cui De Marco duetta con Irene Rugiero su Walls firmata da Tommy Emmanuel (virtuoso del fingerpicking il cui solo elenco del curriculum richiederebbe molto altro spazio).

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