MUDCRUTCH – 2

Mudcrutch2 1

MUDCRUTCH – 2 (Reprise 2016)

All’osservatore/ascoltatore poco attento, i Mudcrutch potrebbero sembrare la stessa cosa – o quasi – di Tom Petty & The Heartbreakers, stesso cantante e autore di buona parte dei brani, stesso chitarrista e stesso tastierista… La differenza invece è davvero molto tangibile, basta il primo ascolto di questo disco per capire che Tom Petty è uno dei Mudcrutch mentre gli Heartbreakers sono il gruppo di Tom Petty. Che poi lui li tratti democraticamente e magari collabori con gli altri in sede di composizione è altra cosa: i Mudcrutch sono un gruppo più orientato verso sonorità country-rock (almeno nel loro primo disco, qui le cose si fanno più robuste), gli Heartbreakers sono rock’n’roll puro in tutte le sue manifestazioni.

Questo secondo disco della formazione, che oltre a Petty (al basso), Mike Campbell e Benmont Tench, contempla il batterista Randall Marsh e il secondo chitarrista Tom Leadon, è giunto davvero a sorpresa, il primo era stato sbandierato a lungo anche per l’eccezionalità della cosa, perché i Mudcrutch erano la band di Petty, Campbell e Tench prima di diventare Tom Petty & The Heartbreakers, questa seconda prova, per certi versi altrettanto dignitosa se non di più, non era stata annunciata ed è stata quindi una sorpresa molto piacevole.

Il sound è una via di mezzo tra atmosfere tipicamente rock ed altre cose più rilassate, ma la cosa che balza all’occhio è come Petty non sia più l’unico autore dei brani e non sia nemmeno l’unico cantante, come invece è negli Heartbreakers. Ci sono inserimenti di strumenti vicini alla tradizione, come la pedal steel e il banjo (questo opera di Herb Pedersen, che dà una bella mano anche nei cori, perché se negli Heartbreakers i cori erano appannaggio prima di Howie Epstein e poi di Scott Thurston, qui tutti e cinque i componenti cantano, chi meglio che peggio).

Undici tracce in tutto, cinque sul lato A e sei sul lato B, con alcune autentiche punte di diamante, soprattutto nella prima parte: a partire dall’ottima Trailer, con una grande apertura di armonica dell’autore, che guarda indietro ai tempi di in cui il gruppo era ancora un combo di ragazzi che sognavano in grande nella natia Florida, a Jacksonville, guarda vaso la stessa città d’origine dei Lynyrd Skynyrd, menzionati proprio nel testo di questo bel brano.

Le due tracce successive non sono da meno: Dreams Of Flying è rock allo stato puro con Leadon a dividere le parti vocali con Tom, mentre Beautiful Blue è una lunga ballatona in cui la solista di Campbell dialoga benone con la pedal steel dell’ospite Josh Jove. Beautiful World è il primo brano non firmato da Petty, l’autore è il batterista che in questa sede è pure cantante: il brano ha forti richiami a George Harrison, non a caso un grande amico di Petty, dall’uso della voce alla struttura, tutta la canzone sembra un tributo all’ex Beatle, persino la chitarra di Campbell.

Il lato si conclude con un altro brano tranquillo, I Forgive It All, di nuovo con Petty al canto e una delicata chitarra acustica e Tench che sottende coinvolgenti tappeti di tastiere mai esagerati, mai invadenti.

La seconda parte del disco apre alla grande con un brano firmato da Leadon e cantato dall’autore in tandem con Petty e Pedersen, The Other Side Of The Mountain è una canzone molto solida, una delle migliori del disco, guidata da un ritmo sostenuto dal banjo di Pedersen (che è stato poi coinvolto anche nel tour intrapreso dai Mudcrutch a sostegno del disco), Campbell ci infila un assolo baritonale molto azzeccato per l’andamento country rock della composizione. Con Hope si passa invece ad una psichedelia quasi garagista, con Tench alle prese con suoni di tastiera davvero vintage e con la voce di Petty in perfetto tema per la bisogna.

Welcome To Hell è firmata dal tastierista, l’andamento è boogie, niente di memorabile, senz’altro un brano ben suonato, più un esercizio di stile che altro, nonché un’opportunità per ascoltare la voce di Tench. Voce che torna in Save Your Water a sparire le parti vocali con Petty e Leadon al servizio di un brano veloce. Toccapoi a Campbell firmare e cantare un brano, Victim Of Circumstance, quasi rockabilly, molto veloce, da ricordare più che altro per il breve solo di chitarra alla fine. Come nel caso di Tench, anche Campbell non è un cantante dotato (non a caso Petty a voluto Scott Thurston negli Heartbreakers dopo la morte di Epstein). Il finale è affidato alla lunga Hungry No More, una composizione che conta su un lavoro mastodontico della chitarra di Campbell, mentre Petty sfodera un bellissimo suono del basso.

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