FOGHAT – Under The Influence

Foghat-Under-The-Influence

FOGHAT
UNDER THE INFLUENCE
Foghat Records 2016

Pur essendo considerati uno dei gruppi di classic rock americano più popolari degli anni settanta, i Foghat hanno origini inglesi, nascendo dal ceppo del british blues dei Savoy Brown. Nel ‘70 Kim Simmonds, chitarra solista e leader indiscusso della formazione, decide di cambiare per l’ennesima volta la line-up e scarica Dave Peverett (chitarra e voce), Roger Earl (batteria) e Tony Stevens (basso). Il trio prosegue insieme formando i Foghat con Rod Price (chitarra solista e slide, ex Black Cat Bones). Dall’omonimo esordio del ’72 prodotto da Dave Edmunds sono passati più di 40 anni, ma il gruppo è ancora attivo specialmente negli Usa dove ha una solida popolarità, anche perché le radio continuano a trasmettere i loro successi di quel decennio testimoniati da otto dischi d’oro o di platino. Alla fine degli anni settanta le vendite sono diminuite e la formazione si è sfaldata iniziando una serie di cambiamenti senza fine. L’unico membro originale ancora in sella è Roger Earl; Rod Price ha lasciato nell’80 (ed è morto nel 2005), Dave Peverett nell’84 (ed è morto nel 2000), Tony Stevens nel ’75. Ognuno di loro è tornato per qualche tempo nel gruppo, fino alla ricostruzione del quartetto originale nel ’94, durata cinque anni e un paio di dischi. La formazione attuale oltre a Earl comprende Craig MacGregor al basso, Bryan Bassett (Molly Hatchet) alla chitarra e slide e Charlie Huhn (Ted Nugent, Gary Moore, Humble Pie) alla voce e chitarra, che suonano insieme da più di quindici anni. Caratterizzati da sempre da un boogie influenzato dal blues e potenziato dai decibel di un hard rock non troppo pesante, i Foghat hanno accentuato la durezza del suono con l’inserimento di Huhn e Bassett, pur mantenendo le influenze blues. Anzi Last Train Home del 2010 ha rappresentato un ritorno alle radici voluto da Earl per ricordare Peverett. A sei anni di distanza, promosso da una campagna di grande successo su Pledge Music, esce Under The Influence, prodotto dall’esperto Tom Hambridge (George Thorogood, Buddy Guy, Susan Tedeschi…) e inciso nei casalinghi Boogie Motel South in Florida e nei Dark Horse Studios di Nashville con alcuni ospiti: il cantante e chitarrista Scott Holt, l’ex bassista e produttore della band Nick Jameson, la cantante Dana Fuchs e soprattutto il vecchio collega Kim Simmonds.
Under The Influence è un disco di rock energico e dinamico, a partire dalla trascinante title track nella quale spicca la slide di Simmonds. Se qualche traccia non brilla per originalità come la dura Knock It Off che potrebbe essere scambiata con una outtake degli Ac/Dc (ricorda Girls Got Rhythm) e la cadenzata Ghost, complessivamente il quartetto se la cava egregiamente, dalla bluesata She’s Got A Ring In His Nose al funky swingato di Upside Of Lonely illuminato dalla solista di Simmonds, dalla robusta cover di Heard It Through The Grapevine alla brillante ripresa di Made Up My Mind dal repertorio dei Savoy Brown, dal singolo Hot Mama che riproduce il suono del periodo migliore della band alla mossa Honey Do List cantata da Scott Holt e Dana Fuchs, per chiudere con l’energica ripresa di Slow Ride, il brano più famoso dei Foghat, inciso su Fool For The City nel ’75 e dal vivo nel classico Foghat Live del ’77.

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