DANIELE TENCA – Love Is The Only Law

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DANIELE TENCA
LOVE IS THE ONLY LAW
Route 61 2016

Giunto al quinto disco, quarto in studio dopo Guarda Il Sole (Ultratempo 2007), Blues For The Working Class (Ultratempo 2010) e Wake Up Nation (Route 61 2013), preceduti dall’esperienza con i Badlands influenzata principalmente dalla passione per Bruce Springsteen, il cantautore lombardo sorprende con una sterzata intimista e una scelta di tematiche personali basate sull’amore nelle sue più ampie sfaccettature. Se i due albums precedenti si caratterizzavano per i testi su problematiche sociali, sul lavoro e sulla situazione sempre più drammatica delle classi socialmente deboli, accoppiati ad un blues aspro mischiato con la roots music di matrice americana, Love Is The Only Law cambia registro soprattutto dal punto di vista testuale, mentre la parte musicale tutto sommato prosegue nei solchi già tracciati. La produzione prestigiosa del bluesman americano Guy Davis, che si affianca a Tenca e ad Antonio “Cooper” Cupertino, non può essere estranea al tipo di suono, essenziale e minimalista, in bilico tra blues, folk e americana. La band comprende il nucleo dei fedelissimi Pablo Leoni (batteria), Luca Tonani (basso) e Heggy Vezzano (chitarre) con qualche aggiunta e, come sempre, si affianca alla perfezione alla voce di Daniele, adeguata sia nelle tracce intime che in quelle ritmate. Love Is The Only Law apre e chiude il disco, racchiudendolo come un concept, prima in versione gospel-folk acustica e rilassata con la chitarra di Guy Davis, poi in versione elettrica e oscura tra soul e blues, con gli intrecci delle chitarre di Vezzano e Leo Ghiringhelli. The Day You’ll Say Sorry è un roots-rock che rappresenta la consapevolezza tardiva della crisi o della fine di una storia, Along Your Path un rabbioso rock-blues nel quale quasi a sorpresa si inserisce una sezione fiati, Haunted House una traccia tetra e avvolgente che esprime l’incomunicabilità all’interno della coppia, Hard To Let You Go un rock grintoso sulla rottura di un rapporto, Darker Side un blues cadenzato e ipnotico sulla sofferenza dei ricordi e sul dolore della perdita che mi sembra influenzato dalle atmosfere dei Doors più tenebrosi. Nella parte finale emerge l’eccellente ballata Phantom Pain, uno dei momenti più profondi dell’album, mentre un barlume d’ottimismo pervade il blues ritmato di Colors, prima della ripresa della title track.
Un disco sofferto e personale che evidenzia la maturazione della voce e della scrittura di Tenca, tra i più interessanti autori di roots rock in Italia, insieme ai Lowlands dell’amico Edward Abbiati (con il quale Daniele ha effettuato recentemente quattro riuscite date acustiche) e ad altri artisti meritevoli di maggiore spazio come Cheap Wine, Miami & The Groovers, Cesare Carugi e Graziano Romani.

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