WILLIE NILE – World War Willie
WILLIE NILE
WORLD WAR WILLIE
BLUE ROSE 2016
Willie Nile è recentemente passato dalle parti di Verona, precisamente al Giardino di Lugagnano, dove ormai è di casa e dove lo abbiamo in una splendida e sfolgorante serata ammirato ed applaudito fino allo sfinimento. Ha colà presentato lo splendido If I was a River, album piano oriented nel quale l’artista newyorkese ha rasentato la perfezione con un nugolo di splendidi pezzi che hanno entusiasmato il numerosissimo pubblico che ancora una volta ha applaudito e osannato questo straordinario artista che ha fatto dei suoi show una vetrina splendidamente sfolgorante e di indubbia passione. Adesso un po’ a sorpresa riceviamo questo WORLD WAR WILLIE che a onta del titolo forse esageratamente roboante lo fa tornare su lidi rock chitarristici che lo hanno prevalentemente caratterizzato pur ricordando che i pezzi suoi al pianoforte sono tra le cose più belle della sua notevole discografia, ricordiamo volentieri appunto la recentissima If I was a River che possiamo accomunare tranquillamente ai capolavori pianistici come Streets of New York, Back Home, On the Road to Calvary ed Across the River che formano un ossatura imperitura e solidamente granitica del suo percorso storico musicale.
Qua il piano resta messo da parte mentre l’amico Willie si riappropria della chitarra e saltellando come un grillo, immaginiamo, si rimette come novello giullare nelle vesti dell’affabulatore rock che ben conosciamo e ci regala ancora altri dodici frammenti da aggiungere alla sua discografia di grandissimo rocker che da anni ci affascina ed elettrizza. Magari non siamo dalla parte di capolavori passati che tanto sono stati importanti e decisivi nella storia di certo rock urbano ma il dischetto che adesso abbiamo nel lettore ci porta letteralmente tra le spire del rock più sfavillante e piacevole mentre ci fa un immenso piacere notare che la sua voce a onta degli anni che passano, passano purtroppo per tutti, non è minimamente cambiata e graffia ed incide come una volta.
Forewer Wild è affascinante intro che ci introduce ad un altro album pregno di emozioni che solitamente Willie Nile è bravissimo regalare mentre a seguire Let’s All comes together è pura miscela di ballata e rock attorcigliate assieme in un crescendo musicale di indubbio effetto e partecipazione. Si evince ancora una volta che la simmetria unità alla grande allegra solarità di questo artista ci stanno regalando nuovamente un disco di elevata conformazione e di piacevole fattura. Grandpa Rocks è riempitivo di ragguardevole stazza che attendiamo nelle prove dal vivo dove sicuramente si esalterà ulteriormente. Per Runaway Girl, soffusa e sospirata ballata già il titolo dice tutto e la successiva World War Willie, la title track, si fa apprezzare subito al primo ascolto. Molto significativa ed accattivante la marcia imponente di Bad Boy, invece velocissimo rockandroll e ritmo indiavolato per Hell Yeah.
Beautiful You e When Levon sings sono due ballate solari di leggerezza e delicatezza senza pari, ovviamente omaggio alla Band e a Levon Helm la seconda, mentre Trouble down in Diamond Town è un rock urbano dal passo cadenzato e martellante che colpisce al primo ascolto e sicuramente pezzo perfetto per le sue performance dal vivo ove acquisterà una verve ancor più evidente, splendida e perfetta la voce che in eccellente simbiosi ne accompagna il ritmo. Citybank Nile è solido e caustico blues dal profondo sapore di negritudine che lancia strali verso le solite ingiustizie che non solo non sono diminuite nel corso degli anni ma che negli ultimi tempi stanno aumentando a dismisura. Chiude Sweet Jane, omaggio all’amico Lou Reed, brano che abbiamo avuto il piacere di sentire dal vivo nel suo concerto veronese in quel di Lugagnano di cui sopra e del quale ringraziamo l’artefice, quel Giamprimo Zorzan che settimanalmente porta in questo piccolissimo paesino dell’ovest veronese miriadi di artisti che fanno la gioia di tutti coloro che hanno il piacere e la fortuna di riempire con calore e amore detto locale che regala emozioni a non finire sia nell’ambito cantautorale, come nel blues, nel rock e nel prog. Cercate in rete Il Giardino a Lugagnano e vi scoprirete una marea di musica dal vivo che potrà riempire superbamente molte delle vostre serate.
Prodotto dallo stesso Willie assieme a Stewart Lerman e suonato da Matt Hogan, chitarre; John Pisano al basso; Alex Alexander alla batteria e con tra i vari ospiti James Maddock abbiamo un eccellente album che ci farà compagnia per tutto l’anno e che si avvale di una particolare ma significativa copertina ove una scheletrica città quasi rasa al suolo dai bombardamenti è sovrastata in primo piano dalla figura di Willie Rocker senza tempo e senza paura che sembra voler con la forza della musica mascherare le vergogne che da tempo immemorabile le guerre portano con loro. Le foto come sempre di Cristina Arrigoni. Tornando a Willie, ancora una volta con semplicità e dedizione ci regala un album che trasuda buone intenzioni, grandi speranze e ritmi per riempire favorevolmente le nostre giornate. Un artista vero che assieme a Bruce Springsteen ed Elliott Murphy compone il nostro grande trittico cantautorale preferito di sempre.
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