CARRIE RODRIGUEZ – Lola

LOLA cover [216515]

La texana Carrie Rodriguez, vista due volte l’anno scorso dal vivo, concerti da parte mia vissuti con grande entusiasmo, esce con un nuovo lavoro. Paragonata a varie stelle femminili country-folk-rock di enorme grandezza è veramente un personaggio degno di nota per quanto concerne il cantautorato femminile degli ultimi tempi. Ricordiamo che fu anche ospite al Premio Tenco, del quale mi onoro da anni essere giurato.

Figlia d’arte, il padre fu noto folksinger con vari dischi nel carniere e la di lei prozia, Eva Garza una nota cantante e attrice, sicuramente una delle voci più famose nel Messico degli anni cinquanta.La sua carriera è costellata di collaborazioni e conoscenze con artisti famosi come Chip Taylor, Jeff Bridges, Lyle lovett, amico della sua famiglia, John Prine, Lucinda Williams e tanti altre. Un aneddoto che raccontò l’anno scorso fu che quando era ragazzina, sui dieci anni più o meno ricevette in regalo dal genitore un disco di Leonard Cohen che non le piacque per nulla ma che alcuni anni dopo amò follemente. La sua carriera parte nel 2001 quando vista al Festival SXSW di Austin da Chip Taylor, pochi sanno che lui si chiami effettivamente James Wensley Voight e sia fratello del più famoso John Voight, un film su tutti Un uomo da marciapiede, e quindi zio della ancor più nota Angelina Jolie. Inizia quindi su richiesta del cantautore newyorkese a collaborare con lui. Detta aggregazione si rivela molto proficua e felice con vari dischi sia in studio che dal vivo e vari tour sia in America che in Europa.

Nel 2006 finalmente il suo primo album solo dal titolo di un brano che lei ha composto per un caro amico morto in bicicletta nel traffico di New York, schiacciato da un autobus, ovvero Seven Angels on a Bicycle, brano tanto splendido quanto commovente. Da quel momento a oggi altri sei album alcuni in studio e alcuni dal vivo per arrivare all’odierno, appunto ottavo lavoro, dal semplice titolo di Lola. La Rodriguez dotata di una voce calda e modulare che le permette di volare su alte note acute e di abbassarsi su tonalità più roche ha oltre ad una simpatia innata, basta vederla una volta dal vivo per accorgersene, una notevole capacità di destrezza e maestria musicale che esplica nel suonare mirabilmente chitarra, violino e il mandolino.

Questo suo lavoro appena uscito per La Luz Records, da noi le benemerite Ird/Appaloosa ce lo hanno gentilmente fornito, è ispirato dalla sua prozia di cui prima ed è un ulteriore recupero delle sue radici, cosa che regolarmente la Rodriguez propone nei suoi concerti e a macchia di leopardo nei precedenti album. Qua ha voluto orientare, anche il titolo ne è riprova, il tutto su quel versante con 12 brani che profumano di border, cactus, celluloide e di quel linguaggio misto di messicano americano che è chiamato rispettivamente norteno e tex- mex anche se con maggior propensione per stile musicale ed incedere verso la musica degli anni quaranta. Un paio di brani, La ultima vez e Noche de ronda, li avevamo già sentiti dal vivo l’anno scorso; belli erano dal vivo e splendidi restano anche riportati in studio e benissimo si affiancano a tutti gli altri che sono una miscela country d’epoca ma a tratti punteggiati da sonorità molto attuali, sentire per averne conferma il brano semplicemente titolato Z. Quando un lavoro è di eccellente livello si può anche far fatica ad estrapolare dei pezzi da citare quando si andrebbe a discapito di quelli non menzionati ma non ci si può esimere dal segnalare The West Side e Llano estacado, nulla a che vedere con l’omonimo traditional cantato di Tom Russell in Cowboy Real e citeremmo anche la cinematografica strumentale appariscente e scenografica Si no te vas che ora ricordo probabilmente essere stata anticipata anch’essa nel precedente tour live. Il clan musicale dei partecipanti è di grandissimo livello e impatto e fa piacere risentire ancora tutte le chitarre di Luke Jacobs, che l’accompagnava anche nell’ultimo tour, oltre che avere il piacere di Bill Frisell all’elettrica mentre Viktor Krauss suona il basso, Brannen Temple percussioni e batteria e David Pulkingham anche lui ad altre chitarre oltre che a quella con le corde di nylon che ricordano il suono del buon Willie Nelson. Ospiti preziosi e graditi Raul Malo che qualcuno ricorderà leader dei Mavericks, Max Baca al bajo sexto e infine Gina Chavez voce aggiuntiva. La Rodriguez suona violino e chitarra tenore abbandonando in questo album l’uso del mandolino. Prodotto da Lee Townsend è un disco bellissimo che conferma maggiormente il talento di questa artista con una copertina volutamente orientata verso lo stile retrò degli anni quaranta che avrebbe però potuto essere leggermente più curata ma che forse è stata volutamente lasciata così spoglia e spartana!. Carrie è tornata su dischetto, adesso l’aspettiamo nuovamente di persona dalle nostre parti.

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