BORIS SAVOLDELLI & GARRISON FEWELL – Electric Bat Conspiracy

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BORIS SAVOLDELLI & GARRISON FEWELL – Electric Bat Conspiracy (Creative Nation Music 2014)

Electric Bat Conspiracy nasce dall’incontro tra il vocalist italiano Boris Savoldelli ed il chitarrista/compositore jazz statunitense Garrison Fewell: il primo è un versatile cantante (ma il termine gli va decisamente stretto vista e considerata la duttilità con cui fa della propria voce un vero e proprio strumento a sé stante, un po’ nella scia di Demetrio Stratos) che oltre ad avere al proprio attivo due incredibili dischi da solo (ma vi assicuro che per apprezzarlo a fondo la cosa migliore è vederlo sul palco) ed una lunga serie di collaborazioni con varie formazioni e vari solisti, il secondo era (è scomparso lo scorso anno) un chitarrista che ha calcato i palchi dei più importanti festival jazz internazionali, oltre che ad essere stato un apprezzatissimo insegnante al Berklee College di Boston.

Per chi ha familiarità con i dischi solisti di Savoldelli o con quelli incisi come componente dei SADO, dirò subito che il CD in questione corre su binari differenti, più vicino, ma al tempo stesso anche distante, al disco newyorchese che il vocalist camuno realizzò anni fa con il chitarrista Elliot Sharp: un disco quindi improntato sulla sperimentazione, a tratti molto difficile da approcciare, quasi interamente sorretto dalle invenzioni della voce (spesso filtrata con l’elettronica) di Savoldelli e sulle chitarre (anch’esse spesso elaborate) di Fewell.

Si va da veri e propri esperimenti come la title track e Whisper Sister a momenti più puramente jazz come la conclusiva You Don’t Know Waht Love Is (un classico della canzone statunitense coperto decine di volte in tutte le salse, da Billie Holiday a Ella Fitzgerald, passando per Marvin Gaye e John Coltrane), a Circle Round che ricorda maggiormente il Savoldelli più approcciabile dei dischi “solo”; ma c’è anche un’immensa spettrale rivisitazione del Lou Reed di Perfect Day, posta proprio in apertura del disco.

No Evil In Prison è invece quasi un blues alla Tom Waits, notturno e dissonante, sicuramente d’effetto. E tra i brani più riusciti del disco si segnalano anche Softly As In A Morning Sunrise, tratta dall’operetta New Moon e My One And Only Love.

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