JONATHAN KASPER/6W2L – In The Know

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JONATHAN KASPER/6W2L – In The Know (KasperWits Music 2015)

Ecco un altro di quegli artisti sconosciuti i cui dischi giungono di tanto in tanto in redazione lasciando il segno e soprattutto dimostrandoci ancora una volta quanta buona musica ci sia in circolazione di cui non avremmo altrimenti la benché minima idea.

Nativo di Buffalo, il signor Kasper è da tempo attivo a Nashville, una scelta logica per chi vuol vivere di musica negli Stati Uniti: o ci si reca nella capitale della musica dal vivo (Austin) o in quella dell’industria discografica (Nashville appunto). Va da sé che per il fatto di vivere a Nashville uno non debba però per forza di cose essere un musicista country e infatti Jonathan Kasper con questo In The Know si rivela rockettaro a tutti gli effetti, mettendo insieme una band energica ed essenziale (i 6W2L, acronimo per Six Weeks To Live) e sforna un disco gradevole e pieno di idee, caratterizzato da suoni di chitarra possenti, da una voce degna di nota grazie alle molte sfumature di cui è composta e, naturalmente, da una manciata di canzoni che se non sono originalissime non sono però nemmeno scontate.

Jonathan Kasper canta davvero bene – non deve essere un caso se nel suo passato musicale c’è anche un curioso progetto che lo vedeva alle prese con le canzoni dei Led Zeppelin – e, per quanto americano al 100%, nel disco sono avvertibili le molteplici influenze del rock albionico (tra i suoi favoriti ci sono Bowie, Who, Beatle e Stones).

Il quartetto base dei 6W2L oltre che di Kasper si compone di Jerry Kimbrough alle chitarre, Doug Kahan al basso e Dann Sherrill alla batteria, coadiuvati da diversi tastieristi che si occupano di volta in volta di Hammond, Farfisa, piano e synth: a dispetto dei musici, non proprio dei teen ager, il sound è davvero fresco ed è una delle note migliori del CD che sforna brani arrabbiati, qualche momento leggermente più morbido (ma senza esagerare, a parte la pianistica My Old Friend, John che sembra quasi un brano di Paul McCartney) sempre con le chitarre sempre sparate.

Wake Up Your Soul è davvero un buon inizio, Back On Track è un’ispirata ballata rock con l’Hammond B3 ben in vista e Well You Shouldn’t Be Surprised è impreziosita da una chitarra elettrica con wah-wah dominante.

E che dire di And That Look In Your Eyes, uno dei brani migliori del disco, cosa che si potrebbe dire anche di Feminist Girl dalle rimembranze vagamente garage dovute al suono dell’organo Farfisa.

E di sicuro un po’ di merito va anche ai produttori del disco Dave Matthews (un omonimo di quello della Dave Matthes Band) e Joe “Guido” Welsh, che possono vantare collaborazioni con Gary Tallent, Garth Hudson, Bruce Springsteen, Levon Helm, Garth Brooks, Mick Fleetwood e sono due dei tastieristi coinvolti nelle session.

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