JEREMY PINNELL – Oh/Ky

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Nonostante le ottime parole che si leggono sul sito della Sofaburn, la label di questo dischetto, devo dire che per le nostre orecchiette siamo davanti al solito cd di americana che francamente ci hanno scarteggiato gli epefimeni e non poco. Ma questa è la musica che ovviamente va per la maggiore colà, tra il border del Ohio e del Kentuky. JP è figlio di quelle colline e di quei fossi, di quei fiumi e di quelle autovetture desuete e ruggini, tanto da ricordarle nel interno del gatefold. Chiamare gatefold un cd di carta apribile mi fa ridere, ma tant’è. Tutto il genere americana è honky tonk. Rigirato, stracciato, rallentato o come volete ma sempre quello è. Questo cd non è da meno, è un ennesimo emblema di quello che oramai la musica country odierna è diventata. Ballata da annoiati e disperati senza meta. Non esiste una impennata, un riff, un qualcosa che si stacchi dal solito sentire, tanto da rendere un cd magari degno di ricordi. Qui non vi è nulla che sia appetibile se non la lenta e noiosa andature radiolinica del fato o della fatalità che intercorre tra la passione per certi suoni, e quella parsimonia allietante che annovera tra i suoi adepti i golosi di birre e camice a quadri. Fascia agricola dei sabati sera istituiti, certo, ma noi cosa abbiamo in comune? La loro musica leggera è questa, stiamone lontani. Amare un suond country e derivati, spesso include anche il saper districarsi tra inutili prove e gustosi ricami acustici degni di valore e memoria, ma qui almeno in questa direzione attuale, noi ne siamo del tutto estranei.

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