KEVIN SEKHANI – Day Ain’t Done
Cd azzurrino, segno della produzione casalinga. Ma che bella sorpresa aggiungo. Dal mio pulpito ben inteso. Un dischetto entusiasmante, figlio di un tempo mai dimenticato in cui si ascoltavano le cassette in auto nei pomeriggi bollenti sulle strade dello stivale sempre eroso dalle intemperie fameliche del disavanzo economico. KS, di suo ci mette il country rock potente e salmistrato, erede delle linee lasciate dai grandi del passato su cui tutti noi siamo cresciuti. Una ripetizione adatta alle nostalgie e alle nuove leve delle legioni estranee al duttile ed al consono. Per cui chi si avvicina al poliedrico mondo del country rock esulterà di brutto per questo sconosciuto della Louisiana, che assieme a Mark Addison si auto producono un esordio, credo, coi fiocchi. Un promo che diventerà oro nei prossimi anni. Il disco scorre di brutto, senza gridare inutili eroismi. Un ulteriore pepita da annoverare nel patrimonio delle nostre follie. Il fiddle è il pontile delle sue conformanti elucubrazioni che non si spengono facilmente nelle nostre vene adatte da ere, alle urbane sincronie ed alle campestri e friabili prestazioni di sempre. Non un calo di tensione, non un brano noioso. Spero che KS divenga famoso, cosi i suoi dischi saranno più disponibili, ma come sta andando il mondo oggi, ce da scordarsi che la musica resista ancora. Questi piccoli camei sono preziosi soldini messi nel salvadanaio della nostra vita. Un altro gran bel cd proveniente dalle colorite terre delle paludi, dove il cajun affiora come un fantasma dalle nebbie. Mica come le nostre.