THE PIEDMONT BROTHERS BAND – Compass And Maps/A Piedmont Christmas

piedmont compasses

THE PIEDMONT BROTHERS BAND
Compass And Maps (MRM/Appaloosa 2015)
A Piedmont Christmas (MRM/Appaloosa 2015)

Il 2015 è stato un anno intensissimo per Marco Zanzi e la sua Piedmont Brothers Band. Soprattutto perché per Marco è finito dannatamente troppo presto: lo scorso agosto la sua vita terrena è stata stroncata da un male incurabile che lo aveva colpito un paio di anni prima. Da quando aveva saputo della sua malattia, Marco aveva cercato di curarsi ma aveva anche vissuto ogni giorno come se fosse l’ultimo, cercando di fare tutto quello che gli girava per la testa a livello musicale, avviando progetti, suonando dal vivo, concretizzando e cercando di portare a termine più progetti possibile. Se il 2014 si era concluso con la pubblicazione di due suoi dischi solisti, il 2015 è cominciato all’insegna dello stesso spirito e della stessa volontà di fare: in poco più di sette mesi Marco è riuscito a concretizzare e portare a termine il tour al fianco di Greg Harris (di cui aspettiamo ora il testamento sonoro ufficiale), a pubblicare il nuovo disco della Piedmont Brothers Band e ad andare in tour con questa nel mese di luglio e a finire un disco di canzoni natalizie a cui stava lavorando da tempo e in cui credeva davvero parecchio.

Era una gran persona Marco Zanzi, non l’ho mai incontrato di persona ma tramite le chiacchierate telefoniche e negli scambi epistolari, oltre che a sentirmi accomunato a lui dalle passioni musicali, ho scoperto altre affinità, soprattutto per quanto concerne il lanciarsi a capofitto nei progetti credendoci fino in fondo.

Oltre ai ricordi, rimangono ora anche la ventina di brani (o poco più) disseminati nei due dischi pubblicati dalla Maremmana Records/Appaloosa tra luglio e ottobre. Il primo, “Compass & Maps” è per così dire quello con le canzoni nuove, “A Piedmont Christmas” è quello natalizio, come il titolo rivela fin da subito. La ricetta è quella che abbiamo apprezzato e conosciuto nei dischi precedenti del gruppo (cinque se la memoria non m’inganna) e nei due dischi solisti di Zanzi: una piacevole miscela di country rock – quello di matrice californiana/pedemontana (Colorado e dintorni, ma chiaramente anche le nostre Alpi e i monti Appalachi) – suonato con devozione alterando brani originali a belle riletture di classici e meno classici, d’autore e meno d’autore.

Con Zanzi impegnato tra chitarre, mandolini, banjo, pedal steel e il suo “fratello” musicale Ron Martin (del North Carolina) al canto, in un altalena di duetti con voci femminili angeliche (Cecilia Zanzi – figlia di Marco –, Jesse Furay Lynch, Katherine Kelly Walkzyc, Rossella Cellamaro) e vecchi padri fondatori del country-rock, come Richie Furay (Buffalo Springfield, Poco), Gene Parsons (Byrds), Patrick Shanahan (Rick Nelson Band, New Riders), Rick Roberts (Flying Burrito Brothers), Doug Rorrer.

Rispetto ai dischi precedenti, “Compasses & Maps” ha una preponderanza di cover, avvisaglia forse della malattia di Marco – che per altro i suoi brani nuovi li aveva però convogliati nei due dischi solisti –, eppure il disco scorre bene, Ron Martin canta quasi più ispirato del solito e le sonorità sono sempre più curate. Merito di certo degli altri Piedmont Brothers, quelli di cui si parla meno ma che fin dal primo disco fanno parte del progetto di Martin e Zanzi: da Mike Gallivan oltreoceano ai nostrani Francesco Fugiuele, Alessandro Grisostolo, Manuel Corato, Anna Satta, Chiara Conti, Franco Svanoni…

Il disco si apre con la bella “Message From Michael” con un grande intervento di Gene Parsons alla pedal steel e alla voce, e ugualmente bella è la title track, composta da Ron Martin che qui canta con la figlia di Zanzi. Altrettanto convincente “She Blew This Place” scritta in coabitazione dai due leader. Per il resto il disco ci offre l’occasione di riascoltare classici intramontabili come “Tequila Sunrise” al femminile, “Indian Summer”, le classicissime “Sweet Baby James” (qui riletta in chiave irish), “It Doesn’t Matter” (reinventata alla grande) e “Teach Your Children” ma anche la meno nota e bellissima “Pick Me Up On Your Way Down” di Harlan Howard e una toccante, pianistica e intramontabile “Here Without You” dell’imprescindibile Gene Clark, tanto distante dalla spiritualità di Marco Zanzi quanto amato profondamente dallo stesso.

Il disco di canzoni natalizie ci riserva ulteriori sorprese, innanzitutto la metà dei brani porta la firma di Zanzi o Martin, poi non ci sono le canzoni di Natale ultra sentite e sfruttate, i nostri sono riusciti a mettere insieme una bella carrellata di brani meno noti, quando non originali, tutti in tema. Ascoltate gli attacchi strumentali di “Christmastime In The Blue Ridge” (firmata da Martin) o “Back Home (On Christmas Eve)” e vi stupirete del fatto che le registrazioni sono state fatte all’ombra del varesino monte Golico e non nel Kentucky dell’erba blu. E che dire di “Colorado Christmas” con la voce solista dell’amico e reverendo Richie Furay? È un disco che si ascolta tutto d’un fiato, con piacere per la musica, ed una lacrima che ci solca le guance pensando al fatto che Marco non c’è più.

Ma a suo nome aspettiamo ancora almeno il live condiviso con Greg Harris, la cui pre-produzione, ascoltata in anteprima, promette davvero bene, per non dire benissimo.

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