Incontriamo Nico Bonato – Lo stilista cantautore

Lo Stilita

Una delle cose più interessanti uscite nel nostro paese ultimamente è sicuramente il cd di Nico Bonato. Album di undici pezzi di intense parole coniugate in musica e splendidamente arrangiate. Nico Bonato, al suo ennesimo lavoro, si scrive testi e musiche e a differenza di molti che in questi casi percorrono vie prettamente acustiche, si riversa su effluvi sia acustici che pregni di terminazioni elettriche che non possono non portare alla memoria grandi nostri cantautori come i De Andrè padre e figlio e lo stesso Bubola che con entrambi ha collaborato. Il musicista vicentino oltre che cantare si diletta con tastiere e chitarre fiancheggiato da Marco Pozza al basso, chitarre e tastiere, Manuel Servidadi al piano e tastiere, Carlo Dino Mistè alla batteria e Toni Rissato pure lui alle chitarre. Si nota quindi un disco molto chitarre- tastiere oriented denso e impregnato di una vitalità insolita per un cantautore considerando che gli stessi ultimamente son soliti riversarsi su tenui note acustiche e a tratti pure lamentose. Qua per la gioia dell’ascoltatore invece abbiamo il trionfo di turbinii elettrici con eccellenti momenti di intensa e luminosa ascesa musicale come ad esempio in Santa Sangre. Un inizio invece progressivo per Dammi un’altra parola, pezzo più lungo dell’album, che ci porta a certa musica che amammo intensamente negli anni settanta e ci fa trovare quindi dalle parti della più cheta Pfm e dei Celeste, indimenticata meterora ligure di quel tempo, anche se l’ombra latente del primo De Andrè pervade vari episodi di questo impegnativo lavoro che potremmo accomunare anche ai momenti più sperimentali di Herbert Pagani. Lavoro questo del Bonato che esortiamo a cercare ed ascoltare per esserne pervasi e bellamente attorniati. Per saperne di più potete andare su myspace.com/dischi obliqui. Ritornando a Lo Stilita, questo il titolo del suo attuale e recente album, rimarchiamo i decisivi arrangiamenti di Marco Pozza come decisamente significativo il disegno di copertina di Giovanni Borriero che ben si sposa con il contenuto del cd tutto.
Nico Bonato è di Valdagno, provincia di Vicenza. Come tanti della nostra generazione, parlo della mia avendo il Bonato praticamente la mia età, lui del ’54 , io del ’56, ebbe le sue prime esperienze musicali con i complessi che girovagavano negli anni settanta qua e là, ovvero cantine, balere, sale da ballo, complessi balneari. Il suo primo disco è appunto datato 1975 dal titolo Nico Bonato N1 (mani legate) al quale seguirà quattro anni dopo Volume 2. Direi che detto titolo sia decisamente molto deandreiano e forse non a caso poiché grazie proprio all’interessamento di Fabrizio De André il Bonato pubblica il singolo, si diceva semplicemente 45 giri una volta, Non lasciate le ragazze per strada/Il mercenario. Questo nel 1982. Inutile dire che detto singolo uscito per la Mr.Disco/CGD sia nel contempo ricercato che decisamente raro! Problematiche alla Van Morrison, se conoscete bene l’irlandese sapete a cosa mi riferisco, per questioni caratteriali fan si che il nostro non abbia rapporti idilliaci con i vari interlocutori addetti alla distribuzione e ai vari rapporti con il mondo musicale quindi detto fattore potrebbe sicuramente averlo in certi frangenti penalizzato fermo restante che il Bonato che conosco, anche se marginalmente, da anni, mi sia sempre sembrato persona si decisa e risoluta ma anche fermamente schietta.
Nel 1991 esce l’album Basilico, titolo attraente e simpatico per un genovese come me caratterizzato da testi intimisti ed un utilizzo specificatamente ricercato della parola cosa che ancor oggi evidenziamo notando lo stesso nel suo ultimo lavoro di cui sopra. Nel 2004 è la volta del cd Pioggia seguito dall’album, l’unico in nostro possesso oltre a quello appena uscito, Odisseo Luminoso che canti e inganni del 2008 che ricordo ci permettemmo di segnalare per il Premio Tenco appunto di quell’anno. Nel 2014 viene premiato a Verona, città dove parte dell’anno vivo, come miglior canzone al concorso di composizione e armonizzazione di canto corale col brano Nina e la neve. E di adesso l’uscita del suo ultimo polivalente ed interessante lavoro, appunto l’ottimo Lo Stilita.

INTERVISTA
Leggendo il tuo curriculum sembrerebbe che la musica sia il tuo primario lavoro oltre che ovviamente il principale interesse mentre invece mi par di avere notizia che è se non un hobby sia almeno un secondo lavoro mentre tu fai altro nella vita. Come stanno esattamente le cose?
E’ stato un lavoro primario da giovane poi sono cambiate le esigenze e ho dovuto trovare una forma di introiti pecuniari che mi permettessero di coltivare in parallelo il mio bisogno di ricerca musicale.

Per essere un cantautore, sempre che la definizione non sia impropria, trovo che in questo album vi sia un sapiente e importante uso della chitarra elettrica, oltre che della batteria ed entrambi a tratti sono decisamente preponderanti. Come ascoltatore la considero una scelta vincente! Tu come ti senti principalmente?
Mi sento un cantautore dal momento che canto quello che scrivo,per il resto mi trovo molto bene a fare musica assieme ad altri musicisti e quindi tendo a realizzare progetti con un nucleo di persone con le quali alla fine è si instaura una collaborazione tipo gruppo o band.

Battendo sempre lo stesso tasto, ultimamente molti artisti, per svariati motivi, diciamo per scelta o anche per necessità, sono orientati nell’uso dell’acustico, dei suoni parchi o addirittura minimali. Questo è invece un disco rock sotto tutti gli aspetti. Chitarra, tastiere, batteria, percussioni. E’ partito volontariamente così o vi è arrivato durante il percorso?
Come dicevo prima questo disco è stato pensato e realizzato con un organico rock e sono stati pensati anche i mix che son stati fatti da un esperto di registrazioni dance, abbiamo suonato ogni pezzo in sala prove e poi siamo passati in studio dove sono stati corretti e arricchiti gli arrangiamenti.

Andando indietro nel tempo dicci qualcosa sul singolo prodotto all’epoca da Fabrizio De André , magari ci scappa l’aneddoto che non ti aspetti!
Ho conosciuto Fabrizio a un Festivalbar proprio a Verona in seguito ho frequentato
lui e Dori a Milano, mi ha dato una mano a trovare la distribuzione
del mio pezzo “Non lasciate le ragazze per strada”e in più ha fatto un servizio fotografico con me sempre per aiutarmi a far decollare il pezzo, ricordo la gentilezza di Dori e le chiacchierate con Fabrizio e anche il suonare il mio repertorio per loro ascoltando i loro consigli.

Se vi sono dei modelli o ai quali ti ispiri o che semplicemente ti piacciono sono in prevalenza nostrani o stranieri?
Ho ascoltato e suonato di tutto, per i modelli nazionali tutti i nostri grandi della musica, da Bindi a De Andre, da Tenco a Fossati; così anche per gli stranieri, dai grandi del pop del rock e con un occhio di riguardo alla musica brasiliana , ti ricordo che ho cominciato molto presto a fare musica da ballo. Era ai tempo dei
cosiddetti “complessi”.

Da quello che ho trovato sui primi anni della tua carriera musicale la stessa è costellata di vari episodi ed esperienze; cosa puoi raccontarci?
Beh direi che ho avuto la fortuna di suonare con musicisti molto bravi da cui ho imparato molto e con i quali mi sono anche tanto divertito avendo pure la fortuna di conoscere anche grandi artisti.

Per quanto concerne la parte live, fai molti concerti e prevalentemente solo o con un gruppo?
Il precedente disco con assieme un nutrito numero di pezzi del mio repertorio e numerosi omaggi alla musica d’autore è stato portato in scena da una band di cinque elementi più io al piano e alla chitarra, sinceramente per questo progetto non abbiamo pensato ancora una realizzazione live anche perché tre anni di lavoro ci hanno svuotati, comunque vediamo ricaricate le pile cosa succederà.

Come funziona distribuzione e vendita dei tuoi lavori sia precedenti che di questo ultimo?
Come ben sai i dischi fisici si vendono poco, comunque un certo numero di copie vengono realizzate per la vendita dei dopo concerti o situazioni simili, quest’ultimo (lo Stilita) si trova anche sui maggiori store musicali iTunes, amazon e in altri non propriamente legali.

Forse è solo una mia impressione ma ascoltando le tue cose mi immagino primariamente che tu scriva i testi e sugli stessi costruisca musica e arrangiamenti. Come stanno realmente le cose?
No, prima scrivo le musiche poi i testi, il fatto è che scrivendo canzoni bisogna avere il coraggio di tagliarli e ritagliarli i testi; poi procedo a fare una pre produzione, in
questo caso discuto il tutto con l’arrangiatore Marco a Pozza e, poi quando abbiamo le idee più chiare cominciamo a provare con i musicisti.

Quali i classici 5 album che ti porteresti in un ipotetico viaggio interplanetario !
White Album dei Beatles ,The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd, Led Zeppelin IV, Reggatta De Blanc dei Police e Tutti morimmo a
stento di Fabrizio De Andre per portarmi dietro la sua voce magica che
tanto ha dato alla storia della musica. Premetto che domani forse te ne direi altri quattro perché fortunatamente in precedenza abbiamo vissuto un grande e magico momento musicale e la scelta è smisurata.

Qualcosina ancora prima di salutarci…
Sto registrando una versione moderna di Non lasciate le ragazze per strada e forse la facciamo uscire anche in inglese ma questa probabilmente non cantata da me, ma la cosa è ancora in stato embrionale.

Nico Bonato

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