MARK WINGFIELD – Proof Of Light

mark wingfield

 

 

 

MARK WINGFIELD

Proof Of Light

(Moonjune Records 2015)

  

Il 17 febbraio scorso la Moonjune ha dato alle stampe questo disco, il settantunesimo del suo catalogo, annunciando di essere orgogliosa di poter avere nella propria scuderia un chitarrista del calibro di Wingfield.

Il chitarrista britannico è sicuramente uno dei nomi più interessanti per quanto riguarda il panorama della chitarra jazz e della composizione ed il fatto che vada citando tra le proprie influenze la musica asiatica e quella africana va a chiudere il cerchio, visto che l’etichetta di Leonardo Pavkovic è da sempre proiettata verso la scoperta ed il lancio di musicisti provenienti da aree del pianeta che non sono quelle tipiche della musica occidentale. Se il genere musicale è incondizionatamente jazz del terzo millennio, in questo disco di Wingfield emergono come in altre pubblicazioni analoghe evidenti richiami alla fusion e a quel prog rock che tanto caro è a Pavkovic (il nome della label è un chiaro omaggio ai suoi amati Soft Machine) e a fare da ulteriore trait d’union nel disco c’è la presenza del bassista Yaron Stavi, che ha suonato con Robert Wyatt, Phil Manzanera e David Gilmour. Alla batteria siede invece Asaf Sirkis, dal tocco per così dire heavy jazz, che ha in curriculum collaborazioni con John Abercrombie e Larry Coryell.

Il trio appare affiatato e la musica – naturalmente tutta strumentale – non si regge solo sulla chitarra del titolare ma lascia spazio anche ai due accompagnatori, debitamente accreditati sul fronte della copertina, come co-protagonisti. “Il suono della chitarra è intrigante” recitano le note interne scritte da Anil Prasad (della rivista musicale Innerviews) “e la scrittura di Wingfield è in primis condotta dalle sue dita”.

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