MASSIMO PRIVIERO – Sulla Strada

priviero cover

MASSIMO PRIVIERO
Sulla Strada
2009 Universal

Massimo Priviero, veneto di Iesolo, località balneare in provincia di Venezia, classe 1962 può essere a ragione considerato come il più valido candidato all’appellativo di Springsteen italiano.
Teoria avvalorata anche dal fatto che il suo secondo album, Nessuna Resa Mai del 1990 vanta la prestigiosa firma alla produzione di Little Steven.
Questo Sulla Strada del 2009 è un “best of” con inediti in cui i brani selezionati vengono però reincisi per l’occasione dalla band di Massimo (voce, chitarra acustica ed armonica) che comprende l’ottimo Alex Cambise alle chitarre e mandolino, il bravissimo Onofrio Laviola alle tastiere (il suo Roy Bittan), la sezione ritmica formata da Mauro Piu al basso ed i batteristi Giovanni Massari e Fabrizio Mele, con la ciliegina sulla torta del violino di Michele Gazich.
Tutti gli album di Priviero sono rappresentati da qualche brano a testimoniare la bontà del percorso artistico del cantautore/rocker veneziano di nascita ma ormai da vari anni milanese di adozione.
Difficile scegliere un brano piuttosto che un altro. Sono tutti bellissimi.
Certo canzoni come Diluvio, Nessuna Resa Mai, Dolce Resistenza (la sua Born To Run) e gli intrecci fra piano ed organo in Bambina Di Strada sono springsteeniane fino al midollo, e pure Fragole A Milano, da applausi, poesia pura, pare provenire dai momenti più notturni dei primi anni dell’uomo del New Jersey, con lo struggente violino del sempre fenomenale Michele Gazich a ricoprire il ruolo che al di là dell’oceano sarebbe stato del sax di Big Man.
Una menzione a parte la meritano le commoventi Nikolajevka e La Strada Del Davai ispirate alla tragica ritirata dal fronte russo dell’esercito italiano nei primi mesi del 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale. E per chi volesse approfondire le proprie conoscenze su questa triste pagina della nostra Storia consiglio la lettura di libri come Nikolajevka C’Ero Anch’Io, raccolta di testimonianze di alcuni reduci (fra questi anche uno mio zio paterno) curata da Giulio Bedeschi e, sempre di Bedeschi, Centomila Gavette Di Ghiaccio. Oppure i racconti di un altro veneto, però di montagna (Asiago), Mario Rigoni Stern, ad esempio Il Sergente Nella Neve, o di Nuto Revelli.
Del resto Massimo può parlare di questi fatti con cognizione di causa, sia in virtù della sua laurea in Storia Contemporanea, sia perché alcuni suoi zii hanno combattuto durante la guerra.
Vorrei chiudere con una considerazione. Ligabue è quasi coetaneo di Massimo Priviero, per la precisione due anni più vecchio, ed il suo debutto discografico è venuto addirittura un anno dopo. Ora, io non ho nulla contro il Luciano nazionale, anzi, ma francamente non capisco perché lui abbia avuto tutto questo successo mentre Massimo no. Forse dipende da quel bel faccione con mascella volitiva che tanto piace alle donne, o dal saper vendere meglio il proprio prodotto, inteso anche e soprattutto come immagine; il fatto è che Priviero meriterebbe senza dubbio la stessa fama, se non di più.
Noi, nel nostro piccolo, possiamo solo acquistare ed ascoltare i suoi dischi, facendoli conoscere al maggior numero di persone possibili. Magari iniziando proprio da questo Sulla Strada.

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