TOHPATI – Tribal Dance

tohpati tribal

 

 

TOHPATI – Tribal Dance (Moonjune 2014)

 

Credo che questo sia il sesto disco che vede coinvolto il chitarrista Tohpati a capitarmi tra le mani, tra quelli realizzati a proprio nome, ma sempre con accompagnatori diversi, e quelli del gruppo Simak Dialog. E mi sembra senza dubbio il più convincente ed interessante. È uno dei pregi della varie produzioni pubblicate dalla piccola etichetta di New York per cui incide, un pregio non da poco, infatti pur pubblicando dischi che sono anni luce distanti dal mondo musicale a cui sono più legato, la Moonjune Records riesce a stupirmi ogni volta con proposte diverse, sempre improntate su una matrice progressive-jazz-rock con notevoli implicazioni etniche in parecchi casi. Thopati è un chitarrista indonesiano – non è l’unico nel catalogo della label – e difatti il disco in Indonesia è pubblicato dalla Demajors mentre la Moonjune ne è responsabile per il resto del mondo, la sua musica è totalmente strumentale e naturalmente la sua chitarra è il veicolo trainante, ma con intelligenza: rispetto al precedente disco in trio, stavolta il trio include un paio di grossi calibri come Jimmy Haslip al basso e Chad Wackerman alla batteria. Il primo oltre ad essere uno dei fondatori degli Yellowjackets ha lavorato con Bruce Hornsby, Chacka Kahn, Al Jarreau, il secondo è stato batterista di Zappa fino alla fine della carriera del geniale Frank e suona con Allan Holdsworth. Altra novità, rispetto ai precedenti dischi di Tohpati, è il fatto che stavolta il CD sia stato registrato in America, per la precisione a Los Angeles. Gli otto brani che lo compongono sono solidissimi, la sezione ritmica infonde un groove speciale e la chitarra si muove con scioltezza, sia che i brani virino al rock, sia che siano più di marca fusion. Non tragga in inganno il titolo del disco, qui di tribale ci sono solo certi inserti posti qua e là in apertura dei brani, la musica di Tohpati brilla per fluidità, come dimostrano l’iniziale Rahwana, Spirit Of Java – dedicata probabilmente ai patri lidi – o la brevissima e sognante Savana. E ancora l’adrenalinica Supernatural o la più docile Run.

Naturalmente i brani sono tutti firmati dal titolare.

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