TINSLEY ELLIS – Midnight Blue

Tinsley Ellis Midnight Blue Front Cover Square

 

TINSLEY ELLIS

MIDNIGHT BLUE

2014 Heartfixer Music   

 

Nato il 4 giugno del ’57 ad Atlanta e cresciuto nel sud della Florida, Tinsley è da anni uno dei musicisti di rock blues sudisti più apprezzati e considerati. Ispirato in gioventù da Cream, Yardbirds e Animals, è stato poi conquistato dai grandi del blues nero a partire da B.B.King. Nell’81 forma gli Heartfixers che incidono tre dischi per la Landslide, prima di firmare come solista per la Alligator.

Georgia Blue esce nell’88 seguito da Fanning The Flames e da altri tre albums, prima del passaggio alla Capricorn e alla Telarc. Dopo un ritorno alla Alligator pubblica lo strumentale Get It! per la sua label personale, seguito da questo Midnight Blue. Ellis è uno che non tradisce: i suoi dischi hanno una consistenza e una solidità notevole, mantenendo un equibrio tra rock e blues con forti venature sudiste. Non a caso ha diviso il palco con Warren Haynes, Allman Brothers, Gov’t Mule, Widespread Panic, Otis Rush, Buddy Guy e Stevie Ray Vaughan ed è molto stimato dai colleghi con i quali ha spesso collaborato.

E anche Midnight Blue prosegue nella stessa direzione, confermando i soliti pregi (solidità, grandi qualità di chitarrista, voce potente e grintosa) e difetti (una certa ripetitività, inevitabile in questo genere). Gli arpeggi acustici di If The River Keeps Rising fanno pensare ad un inizio morbido, ma lo sviluppo del brano ci riporta al classico blues duro di Ellis, con una slide aspra e penetrante. Mouth Turn Dry segue le medesime coordinate, con una chitarra che ricorda il suono di Stevie Ray Vaughan ed una voce bella piena e solo superficialmente sporca. Tinsley non è un grezzo e lo dimostra con la melodica Surrender nella quale spiccano le tastiere dell’esperto Kevin McKendree, già con Delbert McClinton e da anni collaboratore di Ellis, che ha registrato l’album nel suo studio a Franklin, Tennessee. Se è vero che le undici tracce sono autografe, in alcuni casi richiamano in modo evidente brani altrui: It’s Not Funny è un brano trascinante che profuma di New Orleans riprendendo la ritmica di Iko Iko con il basso di Ted Pecchio e la batteria di Lynn Williams in primo piano e una slide profumata di sud, That’s My Story ha una chitarra che potrebbe confondersi con quella di Billy Gibbons e un riff troppo somigliante a Sharp Dressed Man degli ZZ Top, così come il conclusivo slow Kiss Of Death è un rifacimento della gloriosa Blue Jean Blues (sempre ZZ Top), ma è comunque un brano splendido con un assolo esemplare. D’altra parte See No Harm è un blues lento interpretato con adeguata sofferenza, illuminato da un piano gospel e da una chitarra espressiva e Harder To Find ha un andamento drammatico punteggiato dall’organo e illuminato da una chitarra lancinante. Tinsley Ellis in alcuni casi è derivativo, ma è un ottimo interprete sia alla voce che alla chitarra e i suoi dischi, pur non innovando, meritano sempre di essere ascoltati.

Tags:

Non è più possibile commentare.