Cover come Copertina

Dagli archivi di “Dispenser”, un programma di Rai Radio Due, un ringraziamento ad Angela Bucella per le note che seguono.

TOUCHABLE SOUND: LE MIGLIORI COPERTINE DELLA STORIA MUSICALE

Ne esistono di colorati, dal trasparente, al giallo, passando per il rosa, il maculato, l’ocra e il nero.
Ma si possono trovare anche profumati al gelsomino, basilico, cioccolato e ciliegia.
Stiamo parlando dei dischi in vinile, ufficialmente introdotti nel 1948 negli Stati Uniti come evoluzione dei precedenti 78 giri che erano in gommalacca.

Nel 2002, l’artista britannico Roger Dean, conosciuto per aver realizzato le copertine di alcuni dei più grandi album della storia, ha pubblicato 45 RPM: Visual History of the Seven-Inch Record, una raccolta delle più belle copertine di 45 giri, in ordine cronologico.

Adesso, anche il Sound Screen Design, uno studio fotografico di New York, ha deciso di realizzare un libro simile: Touchable Sound: Twenty Years Of 7” Record Design, che rispetto al precedente analizza soltanto le copertine dei dischi usciti a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘90.

Il volume è stato realizzato coinvolgendo numerosi collezionisti.

Nel libro sono presenti più di 200 copertine di cui viene indicato anno di uscita e nome della band.
L’ultima parte invece è dedicata alle venti cover più belle, delle quali viene raccontata la storia.

Si parte dalla Butcher Cover , copertina del macellaio, di “Yesterday and Today”, raccolta dei Beatles pubblicata esclusivamente negli Stati Uniti nel 1966.
L’immagine rappresenta i membri della band con in mano dei coltelli, circondati da numerose bambole fatte a pezzi e abbondanti macchie di sangue.
La particolarità sta nel fatto che la copertina, ritenuta troppo splatter, venne rifatta.

Al secondo posto si trova invece invece “Part One”, disco della West Coast Pop Art Experimental Band, gruppo psichedelico losangelino, pubblicato inizialmente in sole 100 copie: un’immagine astratta dai colori fluo con scritte in tipico carattere anni ’70.

Segue l’album “An Anthology”, dello statunitense Duane Allman, realizzato un anno dopo la morte dell’artista.
La copertina mostra una foto del musicista, ritenuto uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, in jeans e petto nudo mentre pesca in un lago.

Nella raccolta non mancano classici come “Destroyers” dei Kiss, “Never Mind The Bollocks” dei Sex Pistols e “The Velvet Underground & Nico”, album d’esordio dell’omonima band pubblicato nel 1967 dalla Verve Records.
La copertina di quest’ultimo, sul quale compare una banana disegnata da Andy Warhol, ha fatto sì che il disco fosse anche conosciuto come “banana album”, riferimento esplicito al sesso maschile.
Sulla cover non compare né il nome del gruppo né quello della casa discografica, ma solo la firma del famoso artista.
Nella prima stampa, la banana era coperta da un adesivo con scritto peel slowly and see, sbucciate lentamente e guardate.

Insomma, come dichiara il team di Sound Screen Design, la musica è importante, ma l’immagine, a volte, lo è molto di più.

Angela Bucella

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