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MARY CUTRUFELLO – Faithless World

di Paolo Crazy Carnevale

10 ottobre 2015

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MARY CUTRUFELLO
Faithless World
(Appaloosa 2014)

Sembra trascorso un secolo da quando questa cantautrice/rockeuse del Connecticut (poi vagabonda in giro per gli States) mi ha colpito col suo secondo disco When The Night Is Through: i miei amici avevano bimbi piccoli che ora sono studenti universitari, tanto per rendere l’idea e seguire le mosse successive di Mary (tra EP e autoproduzioni di difficile reperibilità) non è stata cosa semplice visto che i suoi dischi non hanno più avuto il beneficio di uscire per una major e il picco di quel disco non si è più ripetuto. Ci è voluta la nostrana Appaloosa per restituirci almeno un po’ della magia di quel disco: questo Faithless World prova, riuscendoci in buona parte, a ripercorrere quei felici terreni di caccia. Una manciata di belle canzoni, suonate come si deve, pur senza il dispiego di forze che aveva potuto concedere il fatto che quel disco fosse prodotto dalla Mercury.

Per la verità la Cutrufello fa quasi tutto da sola, nel senso che si scrive i brani, si suona le splendide chitarre e canta con quella sua vocalità davvero unica che è poi il suo asso nella manica.

Nove canzoni nuove di zecca, molto rock, molto urbane, canzoni di vita, di strada e d’amore, urlate credendoci fino in fondo con una ritmica solida alle spalle, qualche intervento dei fiati disseminati qua e là, cori discreti che non invadono mai lasciando a dominare quella voce duttile e roca che è la caratteristica principale della musica di quest’artista a tutto tondo. Ma soprattutto le chitarre, quelle acustiche ed elettriche, distorte e baritonali, tutte suonate da Mary, con qualche eccezione quando sentiamo pedal steel o slide. E quando serve, ma senza eccedere un bell’Hammond B-3, che non guasta mai.

La musicista pare particolarmente ispirata in questo lavoro, ogni tanto ci sono incursioni strumentali di banjo e armonica (Mickey Raphael, il più noto tra coloro che hanno partecipato alle registrazioni) che richiamano i trascorsi texani della titolare, ora di stanza in Minnesota, dove il disco è stato registrato: southern rock nordista(!) in Cold River, echi di country rock del terzo millennio, come ad esempio in Fools And Lovers, rimandi al boss in Fool For You, addirittura swing in Three Broken Hearts, anche una cover firmata dal misconosciuto texano Jeff Hughes, la ballata Santa Fe Railroad impreziosita dagli intrecci tra la chitarra di Mary e la pedal steel di Mike Hardwick, altro personaggio del giro texano. Ma particolarmente apprezzabili sono la conclusiva ed intimista (nella forma) The FedEx Song ottima e accattivante composizione dedicata agli autisti che lavorano per le compagnie di spedizione, la potente Promise Into Darkness (con l’ Hammond e un bel giro di chitarra) e Lonesome And The Wine malinconica ballata dai begli intrecci chitarristici e dalla vincente struttura musicale.

A rendere particolarmente apprezzabile il disco c’è poi il fatto che l’Appaloosa, curandone l’artwork, ha ben pensato di includere i testi con tanto di traduzione. Bentornata Miss Cutrufello!