NELSON WRIGHT – Ghosts On The Water

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NELSON WRIGHT
GHOSTS ON THE WATER
Fetching Grace Music 2025

Cresciuto nelle aree rurali intorno a New York dove la musica roots gli è entrata nella pelle, ma da anni cittadino di Seattle, è stato ispirato dalla prima generazione di musicisti folk locali come Dave Van Ronk, Mississippi John Hart e il giovane Bob Dylan che si faceva notare nei caffè del Greenwich Village. Ha fatto parte di gruppi roots, rock e bluegrass, finchè ha iniziato la carriera solista nel 2012 con Still Burning, un album di dieci canzoni originali che ricordavano il folk della sua gioventù. Ha proseguito nel 2014 con Orphans & Relics attingendo da vari generi: blues, rockabilly, jazz tradizionale, folk revival e blues elettrico. Passano dieci anni senza ulteriori pubblicazioni fino a Ghosts On The Water in cui, fin dalla copertina, ha voluto esprimere la sua idea di America, un mix del presente e della vecchia America mitica dell’epoca pionieristica in cui si sono svolte innumerevoli storie che hanno lasciato il segno. E proprio di alcune di queste storie parlano le nove canzoni del disco prodotto da Wes Weddell, Alicia Healey & Michael Thomas Connolly in tre studi della zona di Seattle.
Il roots rock di Alcatraz sulla fuga dal celebre penitenziario del ‘60, le influenze irish di Stony Ground e quelle di John Prine nella ballata The Natchez Trace che racconta la storia di persone allontanate dalla loro terra che cercano di tornare a casa, con un raffinato uso di piano e chitarra, danno un quadro della traiettoria seguita dal disco. L’intima The Night The Love Ran Out inquadra il momento in cui una donna prende la difficile decisione di lasciare il compagno, stufa delle frustrazioni provocate dagli inutili tentativi di mantenere accesa la fiamma dell’amore, mentre la melanconica Mobile Boy torna sul tema carcerario, questa volta raccontando le sensazioni di un detenuto in una prigione dell’Alabama che pensa alla libertà che si trova a poche centinaia di miglia attraverso il Golfo del Messico.
Ghosts On The Water è un disco che privilegia le tonalità tenui con un apprezzabile risultato finale.

Paolo Baiotti

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