CHARLIE MUSSELWHITE – Look Out Highway

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CHARLIE MUSSELWHITE
LOOK OUT HIGHWAY
Forty Below 2025

Charlie è uno dei “grandi vecchi” del blues tuttora in attività sia in studio che dal vivo. E non sbaglia un colpo! Nato in Mississippi, cresciuto a Memphis, ha vissuto per molti anni a Chicago e poi a San Francisco, ma più recentemente è tornato a casa trasferendosi a Clarksdale. Dopo il disco con Ben Harper (No Mercy In This Land, Anti 2018), quello con Elvin Bishop (100 Years Of Blues, Alligator 2020) e l’eccellente Mississippi Son (Alligator 2022), ha firmato per la Forty Below che recentemente ha pubblicato Look Out Highway registrato ai Greaseland Studios del chitarrista norvegese Kid Andersen (Rick Estrin & The Nightcats, Elvin Bishop) che ha prodotto il disco con Gary Vincent e Henrietta, moglie di Charlie. Vincitore di numerosi Grammys e Blues Awards con quasi 60 anni di carriera iniziata nel ’66 con l’album Stand Back! per la Vanguard il grande armonicista, chitarrista e cantante ha ancora voglia di dimostrare la sua autenticità, la voce graffiante e robusta e l’indubbia capacità di armonicista con un timbro riconoscibile che gli hanno consentito di collaborare con artisti di ogni epoca, da Tom Waits a Cindy Lauper, da Bonnie Raitt ai Blind Boys Of Alabama.
In questo disco in cui i brani sono in qualche modo legati dal tema del viaggio e della strada, Charlie è accompagnato dalla sua band formata da Matt Stubbs alla chitarra, Randy Bermudes al basso e June Core alla batteria con Andersen, che più volte ha suonato con lui, alla chitarra e tastiere. La title track posta in apertura ha un suono più duro del solito e un’armonica abrasiva, mentre la successiva Sad Eyes è più lenta e melodica anche negli interventi dell’armonica, mettendo in mostra le doti del chitarrista Matt Stubbs. Dal Chicago blues di Storm Warning all’incisivo shuffle di Baby Won’t You Please Help Me, dalla saltellante Hip Shakin’ Mama al blues mid-tempo Highway 61 con le tastiere in primo piano il disco scorre veloce senza momenti di stanca. Charlie dimostra di avere voglia di sorprendere in Ghosts In Memphis dove duetta con il rapper Al Kapone e nel rock-blues Ready For Times To Get Better (incisa nel ’76 da Crystal Gayle) dove interviene la cantante Edna Lockett, tornando sul suo terreno preferito nel magistrale slow strumentale Blue Lounge in cui suona la slide, chiudendo con il flessuoso blues di Open Road un altro album pienamente riuscito.

Paolo Baiotti

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