JEFF LARSON – It’ll Never Happen Again

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JEFF LARSON
IT’LL NEVER HAPPEN AGAIN
Melody Place 2023

Mini album di sei canzoni, è un tributo al cantautore Tim Hardin da parte di un produttore e ingegnere del suono che si è anche fatto notare come cantautore in California guidato da Elliot Mazer, suonando soprattutto nei clubs della Bay Area. Ha pubblicato parecchi album a partire dal 2002 per etichette come la JVC e la Universal prima di dedicarsi principalmente alla produzione di progetti d’archivio di Beach Boys, Buddy Holly e Roy Orbison e di nuovi progetti di Jack Tempchin e America (gruppo del quale è l’archivista ufficiale). Ed ora è tornato a incidere proprio con l’aiuto dell’amico Gerry Beckley (America) che si cimenta alla chitarra, piano, organo, fisarmonica, basso e batteria risultando elemento determinante anche come produttore del disco che è stato registrato tra Sydney e la California. Inoltre Jeff sta preparando un nuovo album, il primo da Close Circle del 2014, che dovrebbe uscire entro l’anno. Interpretato da cantanti di diversa provenienza tra i quali Rod Stewart, Robert Plant, Bob Seger e Johnny Cash, il repertorio di Hardin è molto conosciuto. Alternando brani famosi come Reason To Believe e If I Were A Carpenter ai meno popolari Don’t Make Promises e Misty Rose, Jeff si dimostra cantante sensibile e raffinato, forse troppo, con una voce che appare un po’ esile, privilegiando il lato melodico a discapito dell’intensità. In If I Were A Carpenter emergono le percussioni di Joachim Cooder e il violino di Matt Combs, mentre Don’t Make Promises profuma di California e Misty Roses accentua il tratto confidenziale. In chiusura la splendida How Can We Hang On to a Dream (tra le cover ricordo quelle dei Nice, Roger Chapman, Nazareth e Peter Frampton) ha un pregevole arrangiamento con gli archi ed è cantata con le giuste tonalità.

Paolo Baiotti

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