CHEAP WINE – Dreams

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I pesaresi Cheap Wine pubblicano il loro undicesimo album in vent’anni di attività, nono in studio (oltre al mini album d’esordio del ’97), sempre orgogliosamente indipendenti, questa volta con il supporto di una raccolta di fondi organizzata in casa sul sito www.cheapwine.net. E ancora una volta il quintetto guidato dai fratelli Marco e Michele Diamantini centra il bersaglio, dimostrandosi la migliore realtà del roots rock italiano.

Dreams chiude una trilogia aperta nel 2012 con Based On Lies e proseguita nel 2014 con Beggar Town. In questi due albums hanno raccontato la situazione drammatica dell’Italia di oggi, evidenziando dapprima personaggi distrutti dalla crisi economica e raggirati da un sistema fondato sulla finzione supportata da mass media manipolati (in Based On Lies) e poi gli stessi uomini che, preso atto delle macerie e della desolazione, cercavano di sopravvivere, di rimettersi in cammino e di trovare una prospettiva più decente di vita, lottando e non limitandosi a compiangersi.

Con Dreams la band cerca, con qualche illusione, di vedere un futuro che in qualche modo offra delle speranze, basandosi sulla forza dell’amore e dei sogni. E questo attraverso la ricchezza data dalla famiglia, dalle amicizie e dalla complessità dei sogni, non necessariamente logici o positivi, in ogni modo indispensabili per capire a fondo la nostra anima. Dal punto di vista musicale il quintetto prosegue nella maturazione avviata con Spirits nel 2009, che ha rappresentato la scelta di un rock meno estroverso e più intimista, a tratti raffinato e complesso, nel quale la chitarra di Michele ha uno spazio ristretto dal punto di vista degli assoli, svolgendo un importante lavoro di raccordo e di arrangiamento, affiancata dal ruolo determinante delle tastiere di Alessio Raffaelli, diventato un elemento determinante nello sviluppo del suono. La sezione ritmica, sempre precisa ed efficace, è affidata ad Alan Giannini (batteria) e al nuovo bassista Andrea Giaro.

Il rock stonesiano incalzante di Full Of Glow apre il disco, seguito dall’eccellente Naked, che esprime lo sconcerto del testo con una chitarra insinuante, sventagliate di tastiere e la voce intensa di Marco. The Wise Man’s Finger è un mid-tempo cadenzato con un tocco di psichedelia, che si apre nel finale lasciato alla chitarra raffinata di Michele. L’ossessiva e avvolgente Pieces Of Disquiet ha qualcosa di Nick Cave, chiudendosi con un calibrato assolo distorto di chitarra. Altri due brani lenti caratterizzano la parte centrale: la ruvida Bad Crumbs And Pats On The Back e la malinconica ballata Cradling My Mind. Il ritmo torna a crescere con For The Brave, roots rock con un riff di stampo western, ma il mood del disco è più riflessivo come dimostrano gli ultimi tre brani. Dapprima la lenta I Wish I Were The Rainbow, ballata classica con l’organo in primo piano e un testo liberatorio, poi la quieta e sognante Reflection con Andrea Giaro al violoncello, per finire con la splendida Dreams, la traccia più lunga del disco, pacata riflessione che rappresenta un messaggio di speranza narrato più che cantato da Marco con le tastiere e un ticchettio di batteria in sottofondo, fino all’entrata della chitarra che costruisce con discrezione un assolo in crescendo.

Come sempre molto curata la veste grafica, con i testi in inglese e italiano, mentre l’animazione del pregevole video di Full Of Glow è curata dall’ex batterista Francesco Zanotti. I pregevoli testi della band, un’altra caratteristica non comune con il rock contemporaneo, sono stati raccolti in un volume in vendita sul sito. Dreams cresce con gli ascolti e si candida a diventare un altro classico in una discografia ricca di qualità. E se i Cheap Wine suonano dalle vostre parti, fatevi un regalo e andate ad ascoltarli: sono sicuro che non rimarrete delusi.

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