JESSE DAYTON – Jesse Sings Kinky

Jesse dayton - jesse sings kinky

JESSE DAYTON
Jesse Sings Kinky
(Stag Records 2012)

L’ebreo chicagoano Kinky Friedman, naturalizzato texano, autentico maestro dell’umorismo ebraico applicato alla canzone d’autore e in seguito alla letteratura pulp con una serie di romanzi di cui è lui stesso protagonista, con ampi riferimenti alla “sua” musica e ad i suoi importanti amici (da Dylan a Willie Nelson), ha già beneficiato di un bel tributo diversi anni fa, quando prima del giro di boa del terzo millennio uscì Pearls In The Snow, un quasi auto tributo visto che il CD era uscito sulla label Kinkajou, l’etichetta dello stesso Kinky. Per l’occasione vi si erano dedicati amici e cultori della musica di Kinky ed il risultato era stato decisamente interessante.

Ugualmente riuscito, interessante, ma di tutt’altra natura è questo tributo realizzato dal singer/songwriter Jesse Dayton, personaggio molto attivo sulla scena di Austin, frequentatore di gente come Nelson, Jennings, Glen Campbell, produttore (recentemente si è occupato del disco del Supersucker Eddie Spaghetti), titolare di dischi in proprio e componente del “supergruppo” occasionale texano El Trio Grande (insieme all’ottimo Mike Stinson e a John Evans); Dayton ha avuto la ventura di interpretare il ruolo di Friedman in un musical dedicato al “jewboy” (come lo stesso Kinky si definisce giocando sul suo essere una sorta di cowboy e sulle sue origini ebraiche). Va da sé che in questo frangente Dayton abbia familiarizzato con lo stesso Kinky e col suo repertorio, arrivando alla decisione di dedicargli il proprio nono disco, questo Jesse Sings Kinky appunto, che ci offre dieci belle riletture di brani tratti dai primi quattro dischi di Friedman.

Il risultato è decisamente notevole, innanzitutto per la bontà delle interpretazioni vocali di Dayton che cerca di cantare come l’ebreo ma ha una voce decisamente più ricca di tonalità e sfumature. Poi gli arrangiamenti, per quanto molto lineari sono ben fatti, studiati con gusto, merito dei tecnici del Casa Studio e del Red Horse Studio, entrambi locati ad Austin.

Dayton dà voce ad intense interpretazioni di brani come Autograph, una delle migliori composizioni di Friedman, Nashville Casualty And Life, Sold American, particolarmente struggente è l’abito sonoro con cui è stata rivestita in punta di piedi Marilyn & Joe, dedicata alla storia della Monroe e Di Maggio, Twirl è in odor di cajun, ma a riportare tutto a casa, laddove la fisarmonica apre il brano spingendolo verso la Louisiana, ci sono delle chitarre e degli urletti da rodeo che tirano invece verso il Messico, con risultati eccellenti, tanto che anche la fisarmonica ad un certo punto sembra voler seguire le chitarre. Highway Cafè è un’altra delle belle ballate di Kinky è nella rilettura di Jesse Dayton sembra diventare un valzerone da posada. E anche Wild Man Form Borneo, ancora ricca di belle chitarre (suonate dallo stesso Dayton) che sviluppano arpeggi e soli su un tappeto di Hammond B-3. La chiusura è affidata alla classica Silver Eagle Express, con ancora Dayton alla sei corde, stavolta elettrica ad interagire con una pedal steel suonata da Nathan Fleming, e chiusura più indicata non poteva esserci per un disco che a lungo andare conquista sempre più, mostrando l’ottima pasta di cui Jesse Dayton è fatto.

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