Francesco Piu & The Groovy Brothers – Live In France

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Francesco Piu & The Groovy Brothers – Live In France (Appaloosa/IRD 2021)

A tre anni dall’inarrivabile The Cann’O Now Sessions, live anomalo registrato nella natia Ichnusa, torna, sempre su etichetta Appaloosa, il chitarrista Francesco Piu. Anche stavolta si tratta di un disco dal vivo, un disco che, con l’eccezione di qualche brano, è comunque parecchio diverso dal predecessore, soprattutto a livello concettuale. Stavolta al posto della Peace & Groove Band ci sono i Groovy Brothers e la sottile analogia nel nome del gruppo suggerisce comunque un approccio musicale pepace e grintoso: ma se il precedente era un live studiato a tavolino tutto fatto con musicisti nativi della medesima isola, questo è invece la documentazione di un concerto vero e proprio catturato, come il titolo suggerisce, in Francia, a Sens, lo scorso settembre. Il gruppo stavolta è un quartetto completato da Roberto Luti alla chitarra elettrica (mentre Piu si occupa dell’acustica), Davide Speranza all’armonica e Silvio Cantamore che si occupa di batteria e cose elettroniche: il risultato è un disco vivo e scalciante col quartetto in forma smagliante, dominato dalla costante spinta in avanti delle esecuzioni che si dividono tra brani autografi (che Piu ha composto col conterraneo Salvatore Niffoi) e classici del genere.

Il disco si apre con Down On My Knees, brano originale, seguito da una cover di Jesus On The Mainline molto più veloce di quella più nota eseguita da Ry Cooder. Gotta Serve Somebody è naturalmente il brano di Bob Dylan a cui Piu e soci tolgono l’abito gospel per rivestirlo di funky sferragliante lasciando spazio ad assoli individuali dei musicisti. Trouble So Hard è un lungo brano gospel di Vera Hall che appariva anche nel disco precedente qui caratterizzato dal dialogo tra chitarra acustica ed elettrica, You Feed My Soul proviene anche dal predecessore e riporta in scena il groove funky.

Overdose Of Sorrow è quasi acustica, sorretta dalle percussioni che si sostituiscono alla batteria e la chitarra acustica più in evidenza che altrove, mentre il funk torna con In The Cage Of Your Love; il brano tradizionale Black Woman, invece, si divide tra una prima parte molto essenziale ed un finale in chiave hendrixiana con le chitarre infuocate. Mother ha un feeling sudista che ricorda certe ballate dei Lynyrd Skynyrd o dell’Allman Brothers Band, quei brani lenti, con molta slide e lunghe introduzioni per intenderci, Piu canta con il giusto approccio e il dipanarsi della composizione in una cavalcata che supera gli otto minuti che fa il resto.

Riff alla Hendrix anche per Hold On con l’armonica in bella vista, prima della conclusione affidata ad una rivisitazione della Trouble No More di Muddy Waters a cui Piu e compari riservano un arrangiamento galoppante e dilatato che lascia spazio per assoli individuali che sfociano nel caloroso applauso del pubblico gallico.

Paolo Crazy Carnevale

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