SAWARA – L’eccitante Attesa

Sawara_EccitanteAttesa[667]

SAWARA
L’ECCITANTE ATTESA
Sawara 2017

Fabio Agnesina, alias Sawara, cantautore brianzolo attivo da qualche anno come solista dopo le esperienze con i Delsangre (in finale ad Arezzo Wave) e con gli Effetto Doppler, firma il suo terzo disco con L’Eccitante Attesa, preceduto nel 2015 da Il Tempo Supplementare. Un album scarno, intimista, cantato (e recitato) con una voce personale e riconoscibile: grave, oscura, un po’ sporca. Anche gli arrangiamenti sono spartani, con incursioni rapide e incisive della chitarra elettrica, una batteria secca e ripetitiva, qualche inserto elettronico e pochi avvolgenti accenni orchestrali. Un disco essenziale anche nella durata, otto canzoni per poco più di mezzora, con l’aggiunta di un remix di E’ Bello Anche Aspettarti che apre e chiude l’ascolto. I testi sono personali, parlano di amore in tutte le sue possibili accezioni, in modo non banale. L’autore è aiutato dalle chitarre di Matteo De Capitani, dal basso di Massimiliano Di Stefano e dalla batteria di Davide Galbusera.
Delicati arpeggi acustici introducono E’ Bello Anche Aspettarti, traccia recitata con arrangiamento minimalista che, nella più lunga versione rimixata in chiusura, inserisce il piano di Mattia Scarpa nell’eterea introduzione strumentale e una batteria elettronica che ne modifica la dinamica. La ballata Ananda è avvolta da un arrangiamento più ricco con qualche tocco orientaleggiante del sitar di Maurizio Consonni e la seconda voce di Chiara Pezzotti, mentre EA è pervasa da sventagliate elettriche e da una batteria cadenzata, con un finale in crescendo dissonante e maestoso. La pianistica Vedo Chiaro è una traccia lenta e malinconica che si inasprisce con gli inserimenti nervosi della chitarra elettrica, Io Deludo un brano oscuro e inquieto, Corri Johnny un tambureggiante rock chitarristico, Il Soffitto un altro brano lento arrangiato con essenzialità, che precede le sventagliate di Alba Ad Alba che sembrano ondeggiare tra richiami grunge e dissonanze alla Nick Cave, con un cantato basso e ruvido.
Un disco inconsueto, breve, intenso, affascinante e coinvolgente che merita più di un ascolto distratto.

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