BAP KENNEDY – Reckless Heart

bap[206]

BAP KENNEDY
RECKLESS HEART
Last Chanche/Lonely Street 2016

E’ triste ascoltare Reckless Heart sapendo che il suo autore si è spento il 1° novembre 2016 dopo una battaglia di alcuni mesi contro un cancro aggressivo che è stato scoperto a metà anno, troppo tardi per agire se non cercando di alleviare il dolore degli ultimi mesi. Per ricordare Bap la moglie Brenda, bassista della sua band e i collaboratori più stretti hanno pubblicato questo album che l’artista aveva quasi ultimato prima di non essere più in grado di suonare e cantare. Un atto d’amore nei suoi confronti, tanto più meritevole per l’ottimo livello del disco.
Dieci canzoni, poco più di trenta minuti, arrangiate in modo semplice ed essenziale, sufficienti a ricordarci l’approccio umile e gentile di un artista sensibile che in rare occasioni ha ottenuto i riscontri di popolarità che avrebbe meritato.

Martin Christopher Kennedy, nato a Belfast il 17 giugno del ’62, dopo qualche esperienza in locali gruppi di punk si è spostato a Londra dove ha formato gli Energy Orchard, ricoprendo il ruolo di voce solista, chitarrista ritmico e principale autore. A cavallo tra gli anni ottanta e novanta hanno pubblicato dischi interessanti tra i quali l’omonimo esordio e l’ottimo Shinola, chiudendo nel ’96 con il live Orchardville registrato in occasione del loro ultimo concerto. Influenzati da Van Morrison e dal rhythm and blues miscelati con tracce di folk irlandese e di rock, hanno supportato Van, Steve Earle (che li ha aveva fatti firmare per la Mca) e altri artisti, rimanendo in secondo piano rispetto a band di minor valore. Nel ’98 Bap ha registrato Domestic Blues, esordio solista inciso a Nashville e prodotto da Steve Earle con Ray Kennedy, nel quale è emersa la sua passione per la musica americana, riaffermata da un successivo disco di covers di Hank Williams. Lonely Street del 2000 comprendeva il singolo Moonlight Kiss, il suo brano di maggior successo, inserito nella colonna sonora di Serendipity. In seguito Bap ha collaborato con Van Morrison, Shane Mc Gowan e Mark Knopfler che ha prodotto l’eccellente The Sailor’s Revenge del 2012, un disco che ha segnato il ritorno ad atmosfere impregnate di folk celtico miscelato con il rock e il country di matrice americana. Let’s Start Again, pubblicato due anni dopo, ha confermato le impressioni positive, ritornando a un suono roots-rock, con un pizzico di ispirazione in meno.

Reckless Heart prosegue nella stessa direzione. Inciso con l’aiuto di Gordy McAllister alla chitarra, Nicky Scott al basso e Rod McVey alle tastiere e fisarmonica e Brenda Kennedy alle percussioni.
Le canzoni sono tutte di qualità. Dai sapori celtici della ritmata Nothing Can Stand In The Way Of Love, dove emergono una fisarmonica malinconica, un piano bluesato, una chitarra knopfleriana e la voce accattivante dell’artista alla swingata Good As Gold, traccia raffinata e delicata, dalla ballata intimista I Should Have Said profumata di Americana e caratterizzata dal testo evocativo di un amore perduto alla ritmata Help Me Roll It che testimonia l’amore di Bap per la Memphis degli anni cinquanta, dai sapori roots mischiati alle influenze latine di Henry Antrim al mid-tempo country-blues di Reckless Heart, si arriva velocemente alla dolente ballata The Universe And Me e alla robusta It’s Not Me It’s You che chiudono il disco lasciando una grande malinconia, ma anche la consapevolezza che Bap ci ha lasciato con un pugno di canzoni degne di una artista che ha sviluppato una carriera basata sui toni bassi, sobria ed educata come lui.

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