ARCHIE FISHER – A Silent Song
ARCHIE FISHER
A Silent Song
(Greentrax/Red House 2015 / IRD)
Due cose mi sono state evidenti fin dal primo ascolto di questo disco: la provenienza dalle isole britanniche del titolare ed il fatto che si trattasse di un disco dalle sonorità estremamente calde e rassicuranti, scarne atmosfere acustiche basate quasi esclusivamente su arpeggi di chitarra che sembrano fatti appositamente per infondere calore alla stregua di un caminetto acceso nelle più rigide serate invernali – e mentre vi scrivo, credetemi, siamo proprio in quel periodo dell’anno – quando la sera la voglia di uscire di casa latita.
Ammetto che il nome di Archie Fisher non mi diceva nulla. Quando ho ricevuto questo disco ho pensato si trattasse di un ennesimo folksinger sconosciuto e la povertà della veste grafica non mi ha certo spinto ad ascoltarlo in fretta, lasciandolo decantare per un po’ nella pila di dischi da considerare che si ammucchiano di tanto in tanto sul mio tavolo.
In realtà Archie Fisher è una vecchia volpe, è scozzese, ed è sulla breccia dalla metà degli anni sessanta, quando ha inciso le prime cose in seno alla Fisher Family, insieme alle sorelle Cilla e Ray, per l’etichetta specializzata Topic.
Le sue frequentazioni sono state quelle migliori che si potessero avere nella Gran Bretagna in cui il folk revival ha avuto i suoi anni migliori: da Bert Jansch (con cui Fisher si è esibito al festival di Edimburgo nel 1964) ai futuri componenti della Incredible String Band, alla cantante Barbara Dickson con cui ha inciso alcuni dischi.
La sua attività come solista è iniziata con un album eponimo uscito nel 1968 ed è proseguita fino al 1976 (anno in cui ha pubblicato ben due dischi), poi nulla fino alla seconda metà degli anni ottanta, quindi ancora il silenzio interrotto nel 2006 e nel 2008; questo nuovo disco è dunque un ennesimo ritorno sulle scene, ma nel frattempo le sue canzoni sono state riprese – talora con successo – da Steeleye Span, Fairport Convention, Clancy Brothers, Eva Cassidy, John Renbourn; per non dire di Tom Paxton che si è avvalso più volte delle doti chitarristiche di Fisher.
Questo A Silent Song si compone di una dozzina di canzoni, il cui scheletro è composto quasi essenzialmente dalla chitarra delicata e dalla voce forte e tenorile di Archie, che da come canta non dimostra affatto i suoi settantasei anni: ad accompagnarlo ci sono solo un flauto, un basso, un violoncello e di tanto in tanto una seconda chitarra e la voce di Linda Richards.
Tra i brani autografi particolarmente belli sono Half The World Away, il walzer iniziale Waltz Into Winter e A Song For A Friend, ma piace molto anche l’intima The Gifts firmata da Richard Berman, per non dire delle riprese dei tradizionali Mary Ann, Lord Of The May. Ma a funzionare è il tutto, l’insieme delle canzoni, i suoni puliti ed essenziali, il cantato di Fisher…
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